LA RECENSIONE

All'Elfo Puccini impazzano "I parenti terribili"

Prima a Milano poi in tournée in tutta Italia, il coinvolgente capolavoro di Cocteau, rivisitato dal regista Filippo Dini

di Roberto Ciarapica

© Ufficio stampa

Comincia con un sogno, che poi diventa incubo. Finisce in tragedia. Al teatro Elfo Puccini di Milano va in scena (dal 7 al 12 gennaio) “I parenti terribili”, capolavoro teatrale dal genio di Jean Cocteau, che lo scrisse in otto giorni nel 1938, osannato da pubblico e critica. Scegliendo la strada del teatro borghese, lo scrittore francese decise di sfidare le convenzioni e l’ipocrita società del tempo con le sue stesse armi, ottenendo il risultato che andava cercando: uno spettacolo divertente, brillante (degno della migliore commedia francese), ma anche profondo e tragico.

Sulle tracce di Cocteau - con ritmi vertiginosi, tempi comici perfetti e colpi di scena continui - il regista (e anche eccellente interprete della commedia), Filippo Dini (insieme a Milvia Marigliano, Mariangela Granelli, Giulia Briata e Cosimo Grilli: tutti bravissimi), suona perfettamente la sua sinfonia sulla piccola e spicciola umanità benpensante, proseguendo così la sua indagine sugli inferni familiari, cominciata nel 2021 con lo spettacolo “Locke” (tratto dal bellissimo film del 2013 di Steven Kinght) e proseguita poi con “Casa di bambola” di Ibsen e con “Agosto a Osage County” di Tracy Letts.

Nel suo viaggio dentro le disfunzioni della famiglia borghese, Dini giunge forse con Cocteau all’acme del suo percorso, introducendo fra l’altro un tema in più - quello sul complesso edipico che divora madre e figlio -, e riuscendo a compiere l’impresa più difficile: far riflettere, ridere (qui si ride tantissimo) e commuovere in un’ora e quarantacinque minuti di spettacolo senza respiro, in cui grida, sussurri e segreti (più o meno taciuti) suscitano reazioni sonore in platea. “I parenti terribili” dell’Elfo Puccini è uno degli spettacoli più riusciti di questa prima parte di stagione teatrale (la sua tournée proseguirà con molte altre date: dal 14 al 19 gennaio è al teatro Quirino di Roma).

La storia di Georges e Yvonne e del loro mal cresciuto figlio unico Michel, innamorato di sua mamma ma anche di Madeleine (una giovane ragazza che irrompe nella loro vita con tutti i suoi segreti), è una pièce cruda e comica sulle dinamiche familiari di qualunque epoca. Qui rese ancora più disparate dal ruolo (fondamentale) della zia di Michel, Leonie, sorella di Yvonne e ex amante (ancora innamorata) di suo marito Georges. Sarà lei, maniaca dell’ordine in una famiglia in disgregazione, a tramare nell’oscurità delle nevrosi altrui e a condurre il “gioco”. Cominciato con un sogno e concluso con un (im)prevedibile finale.