una capsula del tempo

Antartide da record, raggiunto il ghiaccio più antico del mondo: ha 1,2 milioni di anni

Gli scienziati hanno estratto carote di ghiaccio che permetteranno di risalire a informazioni preziose sul clima del passato, l'atmosfera e le condizioni ambientali della Terra

© Tgcom24

Come in un viaggio nel tempo, ora si può ricostruire il clima di 1,2 milioni di anni fa e forse il momento in cui l'Antartide ha cominciato a coprirsi di ghiaccio fino a diventare il continente bianco che conosciamo. È possibile grazie al campione del ghiaccio più antico mai visto, prelevato nell'ambito del progetto "Beyond Epica - Oldest Ice", finanziato dalla Commissione Europea e coordinato dall'Italia, con l'Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp).

Le congratulazioni del ministro Bernini -

 "Oggi possiamo festeggiare un'altra impresa straordinaria della ricerca scientifica", ha scritto il ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini in un post su X. "Con il progetto "Beyond Epica - Oldest Ice" è stato raggiunto per la prima volta il ghiaccio più antico mai visto dell'Antartide e che risale a 1,2 milioni di anni fa. È una missione di scienziati europei - ha aggiunto - e sono molto orgogliosa che il coordinamento sia affidato ai ricercatori italiani, il cui lavoro e impegno sono motivo di grande prestigio per il nostro Paese". Giunto alla quarta campagna, il progetto segna un risultato storico arrivato dopo quasi 30 anni di perforazioni condotte in Antartide a caccia del clima passato.

L'operazione -

"È un momento storico per le scienze climatiche e ambientali", ha osservato il coordinatore del progetto Beyond Epica Carlo Barbante, professore all'Università Ca' Foscari di Venezia e associato senior presso il Cnr-Isp. La carota di ghiaccio "ha un valore veramente eccezionale per le scienze del clima" e riuscire a ottenerla è stato un primato: "altri consorzi di ricerca internazionali stanno cercando di raggiungere il ghiaccio più antico", ha detto riferendosi alle campagne di perforazione condotte da Stati Uniti, Cina, Corea del Sud e Australia. "È una competizione leale", ha aggiunto, nella quale l'Europa è riuscita per prima a raggiungere l'obiettivo "La carota di ghiaccio è stata estratta nell'altopiano antartico, nel campo remoto di Little Dome C, da un gruppo di ricerca composto da 12 istituzioni scientifiche di dieci Paesi europei e la perforazione ha raggiunto la profondità record di 2.800 metri. È arrivata cioè fino al punto in cui la calotta glaciale antartica incontra la roccia sottostante. In questi ultimi strati i ricercatori hanno visto un mix di ghiaccio e roccia: "è materiale del fondo della calotta glaciale che ci darà informazioni interessanti sul periodo in cui l'Antartide è stata coperta dai ghiacci", ha detto ancora Barbante.

La ricerca -

 Sarà possibile ricostruire il periodo chiamato Transizione del Medio-Pleistocene, tra 900mila e 1,2 milioni di anni fa, quando i cicli glaciali rallentarono da intervalli di 41mila anni a 100mila. Questi intervalli più lunghi, "non sono legati a periodi orbitali, ma a qualcosa nel sistema climatico che non riusciamo a capire e che è uno dei misteri irrisolti del clima del nostro pianeta", ha detto Barbante. Il ghiaccio più antico aiuterà anche a ricostruire l'andamento della temperatura atmosferica e delle concentrazioni di gas serra. I ricercatori hanno lavorato alla perforazione più di 200 giorni complessivi, distribuiti su quattro estati antartiche, in un ambiente ostile a quota 3.200 metri dove l'aria è molto rarefatta, e alla temperatura media di meno 35 gradi. La carota di ghiaccio arriverà in Europa nel porto tedesco di Bremerhaven approssimativamente a fine marzo, ha detto Barbante, e da lì le sue porzioni sanno trasportate in laboratori di Germania, Svizzera, Francia, Gran Bretagna e Italia. Nel nostro Paese saranno studiati nell'Università Ca' Foscari di Venezia e probabilmente a Firenze. A bordo della nave italiana "Laura Bassi" lasceranno l'Antartide tutti i campioni, mentre nelle altre campagne circa la metà veniva conservata in archivi scavati nel ghiaccio, dove la temperatura è ancora più rigida che in superficie. "Porteremo a casa tutta la sezione: abbiamo molte analisi da fare. Ma - ha concluso Barbante - l'anno prossimo torneremo". 

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