Andare d’accordo

Pinch-crunch: il “pizzicotto” che risolve i conflitti, anche nella coppia

Lo insegna l’Università di Stanford: una tecnica nata negli ambienti aziendali che può aiutare anche in amore

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Conflitti di coppia? Di solito il consiglio è lasciar correre ed evitare di discutere per le piccole cose. La Stanford Graduate School of Business, prestigiosa università californiana, la pensa diversamente: molto meglio affrontare le difficoltà finché sono di piccole dimensioni, piuttosto che lasciarle montare fino a trasformarsi in ostacoli veri e propri. La Scuola insegna infatti ai suoi studenti una tecnica ad hoc, utile nella gestione dei conflitti aziendali, ma anche nella realtà quotidiana, ad esempio nei rapporti di coppia. La tecnica si chiama “pinch-crunch” e aiuta a risolvere i piccoli conflitti prima che si trasformino in problemi seri.  

PINCH-CRUNCH: MOLTO PIÙ CHE SEMPLICI PIZZICOTTI – Il segreto di questo curioso modello di comportamento sta tutto nel suo nome: “pinch” in inglese significa pizzicotto, mentre “crunch” significa scricchiolio: agli studenti viene insegnato ad affrontare un “pinch”, ovvero un problema-pizzicotto, fastidioso ma non grave, prima che si trasformi in “crunch”, ovvero in una difficoltà importante, capace di creare scricchiolii e cedimenti di portata potenzialmente grave, molto più difficili da affrontare e risolvere. La teoria del pinch-crunch è stata sviluppata all'inizio degli anni Settanta del Novecento dagli psicologi John J. Sherwood e John C. Glidewell, e oggi viene insegnata agli studenti come modello con il quale gestire le relazioni professionali. Un esempio del suo funzionamento nel campo degli affari è offerto da una situazione come la seguente: i due colleghi A e B sono stati incaricati di elaborare un progetto da presentare ai loro superiori. A e B sono in ottimi rapporti e sono abituati a lavorare insieme, tuttavia, mentre i due si accingono a esporre in via preliminare il loro lavoro al loro responsabile, il collega B prende l'iniziativa e illustra il progetto in prima persona, senza lasciare al collega A lo spazio per intervenire a sua volta. Il suo comportamento infastidisce e “pizzica” il signor A, il quale si sente scavalcato e teme che il suo contributo al risultato complessivo sia sminuito. L’incidente di per sé non è grave, ma lascia il collega A in preda a un senso di irritazione e di malumore nei confronti di B, con il quale, in realtà, desidera andare d'accordo. Che cosa gli conviene fare? Lasciar perdere, in nome del quieto vivere, o affrontare la situazione e chiarire che "non si fa così"? Il modello di Stanford non ha dubbi: meglio chiarire subito e affrontare il "pizzicotto" prima che la situazione si trasformi in qualcosa di peggio, ovvero in un crunch che può far scricchiolare la relazione e la serenità dei due colleghi nel lavorare insieme.

PIZZICOTTI D’AMORE – Nato nel mondo delle relazioni lavorative, il modello pinch-crunch funziona altrettanto bene nei rapporti sociali quotidiani, comprese le dinamiche di coppia. Quante sono le piccole e grandi difficoltà che una coppia incontra nella convivenza, soprattutto all’inizio di una relazione? Dal disordine lasciato in giro per la casa, alla cucina non rigovernata dopo la cena a tarda sera dopo la partita di calcetto, fino a certi atteggiamenti che hanno ferito uno dei due partner, non gravemente, ma che comunque hanno inferto un “pizzicotto” alle sue aspettative o al suo orgoglio: secondo la teoria di Stanford non bisognerebbe lasciar perdere, anche se si tratta di tempeste in un bicchiere d’acqua, soprattutto se questi eventi lasciano dietro di sé un senso di risentimento. Accumularne troppi può logorare la pazienza fino a sfociare in un litigio più serio, capace di generare perfino degli scricchiolii nella relazione. Litigio dopo litigio, la serenità del rapporto può risentirne e dare origine a incomprensioni sempre più gravi e difficili da sanare. Affrontare i problemi, per quanto piccoli siano, man mano che si presentano sembra la soluzione preferibile, anche se indubbiamente scomoda.

QUANDO E COME REAGIRE – La reazione a un “pinch” deve però essere equilibrata e proporzionata alla situazione, senza dimenticare che si tratta pur sempre di un semplice pizzicotto. Affrontiamo il partner con calma, senza animosità, ripresentandogli la situazione e invitandolo a mettersi nei nostri panni. Esprimiamo il nostro disagio e spieghiamo che cosa desidereremmo da lui. Cerchiamo anche di comprendere che cosa lo ha portato a comportarsi nel modo che noi disapproviamo. Se poi i “pizzicotti” sono numerosi, scegliamo quali fronteggiare per primi: metterne in campo un certo numero tutti insieme non è di solito una buona strategia: meglio concentrare l’attenzione su uno o due questioni al massimo. In questo caso conviene puntare su quello che ci sta più a cuore o, in alternativa, su quello in cui abbiamo maggiori probabilità di spuntarla.