è polemica

Morte Ramy, in un video le parole dei carabinieri: "Chiudilo che cade" | Il padre della vittima: "Che dolore quelle frasi, quelli sono carabinieri sbagliati"

Fanno discutere le frasi dei militari pronunciate durante l'inseguimento dello scooter fino allo schianto in via Quaranta a Milano. I pm valutano l'ipotesi dell'omicidio volontario con dolo eventuale

Il momento dell'impatto in via Quaranta a Milano tra la gazzella dei carabinieri e lo scooter. È l'immagine che chiude un lungo inseguimento notturno per le strade milanesi durato più di 8 chilometri e finito con l'incidente in cui il 19enne di origine egiziana Ramy Elgams ha perso la vita. Quando la moto guidata da Fares Bouzidi non si ferma all'alt, scatta il lungo inseguimento nel quale sentono, in successione, diverse frasi dei carabinieri. "Chiudilo, chiudilo... che cade. No, mer... non è caduto".

E un'ultima alla fine dell'inseguimento, quando sembra effettivamente esserci un ulteriore contatto, come testimoniano le immagini riprese questa volta da una telecamera del Comune. I due ragazzi perdono il controllo del mezzo e a quel punto i carabinieri avvertono via radio che i due "sono caduti", in via Quaranta. E un loro collega risponde, sempre via radio, "bene". In quel momento però non era ancora chiara la gravità dell'incidente. Il papà di Ramy sconvolto: "Quanto dolore quelle frasi, ma non hanno figli anche loro?".

Le immagini shock - Le immagini sono quelle della telecamera montata a bordo della terza auto dei caabinieri. C'è un primo impatto con la gazzella ma la moto continua la corsa per seminare i militari. Fares imbocca strade in contromano, procede a tutta velocità, Ramy è dietro di lui. Nelle strade dietro il tribunale la moto prende un dosso e il casco di Ramy vola via. Dal centro città la fuga si dirige su via Ripamonti verso il quartiere Corvetto: è qui, in via Quaranta, che avviene l'impatto con la prima auto dei carabinieri che affianca lo scooter per costringerlo a rallentare e svoltare a sinistra ma questo non succede. L'inseguimento termina contro il palo di un cartello stradale, Ramy morirà pochi minuti dopo. "Via Quaranta Ortles sono caduti", questo è il momento in cui alla terza auto arriva via radio la comunicazione della caduta ma i militari a bordo non sanno ancora quanto è grave l'incidente, la loro auto arriva per ultima e inquadra due colleghi che avvicinano un ragazzo che mette le mani in alto. In una ha il cellulare da cui gli avrebbero fatto cancellare il video dell'incidente.

Il padre di Ramy: "Quelli del video sono carabinieri sbagliati" -

 "Quelli che ho visto nel video sono carabinieri sbagliati. Ma ci sono anche i carabinieri veri. Non sono tutti uguali, e ho fiducia in quelli giusti", ha tuonato Yehia Elgaml, padre di Ramy. Nonostante tutto, l'uomo ha espresso "fiducia nella giustizia italiana, al 100%". "Ho visto mio figlio a terra, la macchina così attaccata al motorino", ha proseguito.

La madre di Ramy: "Dopo 45 giorni ho finalmente dormito" -

 "Quando ho visto mio figlio morto investito, sotto la gazzella dei carabinieri, mi sono sentita male", ha affermato la madre di Ramy Elgaml. "Ma poi, dopo 45 giorni, ho potuto dormire. Perché quel video vuol dire che la verità sta arrivando, non è stata coperta. Nessuno ci ha chiesto scusa, nessuno di loro ci ha chiamato, anche per un incontro. Saremmo andati".

I pm valutano l'ipotesi di omicidio volontario con dolo eventuale -

 Ci saranno valutazioni in Procura a Milano anche sulla possibilità di contestare l'ipotesi di reato di omicidio volontario con dolo eventuale. La decisione giunge dopo l'analisi dei filmati agli atti che mostrano le fasi dell'inseguimento. Al momento il carabiniere che era alla guida è indagato per omicidio colposo stradale, assieme a Bouzidi. Gli inquirenti dovranno però valutare anche l'ipotesi di omicidio con dolo eventuale nel caso da contestare a uno o più carabinieri.