la Procura di Roma valuterà l'apertura di un fascicolo d'inchiesta

Cecilia Sala è tornata in Italia: "Ringrazio il governo e quelli che mi hanno tirato fuori" | Meloni: "Sua liberazione bel gioco di squadra"

La giornalista, liberata dopo 21 giorni di prigionia in Iran, è stata sentita dai carabinieri del Ros prima di tornare nella sua casa a Roma. Mattarella ha ringraziato il premier per il lavoro svolto

Finisce l'incubo per la giornalista italiana Cecilia Sala, detenuta in Iran dal 19 dicembre: la nostra connazionale è stata rilasciata. L'aereo di Stato che l'ha riportata in Italia, è atterrato alle 16:10 a Ciampino. Ad attenderla sulla pista c'era Giorgia Meloni. Presente anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Il direttore dell'Aise, Giovanni Caravelli è andato personalmente a Teheran per prendere Cecilia Sala. Sergio Mattarella si è complimentato con Giorgia Meloni per la buona riuscita dell'operazione. Il premier Meloni alla reporter: "Sei stata forte". E poi: "La sua liberazione un bel gioco di squadra". Dopo essere stata sentita dai carabinieri del Ros, Sala è andata nella sua casa a Roma dove ha rilasciato una breve dichiarazione: "Ringrazio il governo e tutti quelli che mi hanno tirato fuori". 

Gli atti del Ros saranno inviati alla Procura di Roma, che valuterà l'apertura di un fascicolo d'inchiesta laddove dal racconto della giornalista emergeranno ipotesi di reato.

In carcere 21 giorni -

  Sono stati 21 i giorni in detenzione nel famigerato carcere dei prigionieri politici di Evin, senza neanche un letto su cui dormire, dopo un fermo scattato per una generica accusa di violazione delle leggi della Repubblica islamica. La tensione di queste drammatiche tre settimane si è sciolta nel sorriso della giovane giornalista italiana, immortalata nelle prime foto al suo arrivo all'aeroporto di Ciampino, accolta da Giorgia Meloni e Antonio Tajani. In rappresentanza di un governo che ha ottenuto questo successo dopo una delicata trattativa a livello diplomatico e di intelligence. Un negoziato con Teheran, e sulla linea Roma-Washington, fin dall'inizio complicato da una pedina ingombrante: l'uomo dei droni iraniano arrestato a Malpensa, su cui pende una richiesta di estradizione degli Stati Uniti, e che invece Teheran vuole sia rilasciato. 

Sollievo per la reporter romana, con le sue parole dopo l'abbraccio con il padre: "Finalmente questa parentesi si è chiusa". La famiglia Sala, appena pochi giorni fa, aveva lanciato un appello al silenzio stampa, per permettere alle autorità italiane di continuare a tessere la loro tela nel più stretto riserbo, e riportare Cecilia a casa il prima possibile. Le interlocuzioni con Teheran sono proseguite fino alla svolta di mercoledì, poco prima di mezzogiorno, quando Palazzo Chigi ha annunciato il decollo del volo dall'Iran.

Meloni: "Sua liberazione bel gioco di squadra" -

  Non sono mancati i ringraziamenti del premier Meloni a "tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile il suo ritorno". Un lavoro "sottotraccia, a volta  prendendoci qualche critica, perché così si ottengono i risultati", ha rivendicato Tajani, spiegando che "la situazione si è sbloccata nella notte". 

L'arrivo a Ciampino -

 All'arrivo a Ciampino una commossa Cecilia è stata accolta da un applauso nella sala dell'aeroporto ed ha ringraziato il premier portandosi le mani al petto e poi congiungendole. "Non dire niente, adesso devi solo stare serena. Sono qui per ringraziarti e per dirti che sei stata forte", la risposta di Meloni. Poi l'abbraccio con i genitori e con il compagno, il giornalista Daniele Raineri del Post, il primo a stringerla a sé appena scesa dalla scaletta dell'aereo di Stato. 

Momenti intensi, chiusi alla stampa per preservare la sua tranquillità, con un solo breve messaggio vocale inviato ai colleghi di Chora Media, la Podcast company italiana per cui lavora: "Ciao, sono tornata". Mentre il suo direttore, Mario Calabresi, ha raccontato l'emozione provata da tutta la redazione. 

Il messaggio di Mattarella -

  Il ritorno di Cecilia Sala è stato accolto con soddisfazione dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che si è complimentato con il capo del governo ed ha telefonato alla mamma della reporter, che aveva incontrato nei giorni successivi all'arresto. Ringraziamenti ai protagonisti della trattativa condivisi da tutte le autorità e dall'opposizione, a partire dalla segretaria del Pd Elly Schlein e del leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte, e anche dalla Commissione Ue

Sala sentita dal Ros, poi a casa sua -

  Prima di rientrare a casa in serata, Sala è stata sentita per tre ore a Ciampino dai carabinieri del Ros. Il papà Renato, ripercorrendo la vicenda che ha coinvolto la figlia, ha spiegato di "aver avuto l'impressione di una partita a scacchi, non solo con due giocatori, e che a un certo punto si è affollata". 

Abedini, la pedina di scambio? -

  Teheran, pur negando in via ufficiale di voler usare Sala come pedina di scambio per Mohammad Abedini Najafabadi, subito dopo il rilascio della giornalista ha fatto filtrare l'auspicio che l'ingegnere detenuto a Milano su richiesta degli americani "ora torni presto a casa". Proprio mentre i giudici italiani, e in ultima battuta il ministro della Giustizia Carlo Nordio, sono chiamati a esprimersi sui termini della sua carcerazione e sull'estradizione.

Il ruolo degli Usa -

  Per la liberazione di Sala non si poteva tenere conto del ruolo degli Usa e della loro volontà di avere l'iraniano Abedini. Il premier Giorgia Meloni è volata anche in Florida per parlarne direttamente con Donald Trump. Ottenendo il risultato, secondo il Wall Street Journal, che il presidente eletto americano avrebbe dato il sostanziale via libera a Roma a non estradare Abedini. 

Il papà di Cecilia: "Sono orgoglioso di lei" -

 "Sono orgoglioso di lei". Lo ha detto all'ANSA Renato Sala, subito dopo aver appreso del ritorno della figlia Cecilia in Italia. "Ho pianto soltanto tre volte nella mia vita. Credo che il governo del nostro Paese abbia fatto un lavoro eccezionale. Se mi sente la voce rotta, non vedevo l'orizzonte. È stato un lavoro di coordinamento straordinario. Confidavo nella forza di Cecilia". "Fortunatamente io e Antonio Tajani abbiamo abitato per dodici anni a due passi l'uno dall'altro e c'è stata una frequentazione trasformata in un'amicizia. Il conforto di un'informazione, pur tutelata ma diretta e immediata indubbiamente ha aiutato molto". 

Tajani: diplomazia e lavoro di squadra -

 "Diplomazia e lavoro di squadra". Così su X il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Ci siamo impegnati tantissimo, siamo stati in silenzio, a volte prendendoci anche qualche critica, ma abbiamo sempre lavorato sotto traccia proprio per cercare di ottenere il risultato. Così si ottengono, senza parlare troppo si ottengono i risultati positivi, e ci siamo riusciti", ha aggiunto Tajani.

Tajani: "Abedini-Sala? L'Iran stesso ha separato le cose" -

 "Gli stessi iraniani hanno separato le due cose. Intanto godiamoci il rientro in Italia di Cecilia Sala, una brava giornalista". Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha risposto alla domanda su quanto abbia pesato l'incontro di qualche giorno fra tra il premier Giorgia Meloni e il presidente eletto Usa Donald Trump in Florida alla luce della vicenda dell'ingegnere iraniano Mohammed Adedini Najafabadi. "Mi fa particolarmente piacere anche perché sono amico personale del padre, quindi oltre al dovere da ministro ci ho messo anche un po' di affetto per il padre, che è un amico", ha aggiunto. 

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