DALL'INTELLIGENCE ALLA DIFESA

Satelliti, cavi sottomarini e dati criptati: ecco come comunica oggi lo Stato

Le infrastrutture e i nuovi programmi per garantire la sicurezza dei dati più sensibili

© IPA

La sicurezza delle comunicazioni sensibili, dalle forze di polizia all'intelligence, fino alla difesa, rappresenta oggi una priorità strategica per tutti i Paesi. In un contesto globale sempre più fragile, segnato da crescenti cyberattacchi e tentativi di spionaggio, l’Italia si muove per potenziare le proprie infrastrutture digitali, valutando anche l’ipotesi di collaborazioni con realtà come Starlink, l’azienda di Elon Musk leader nei satelliti a orbita bassa.

Come comunica lo Stato e con quali infrastrutture garantisce il flusso dei dati più sensibili? -

 Le comunicazioni governative riservate viaggiano in flussi criptati, principalmente attraverso cavi sottomarini e satelliti geostazionari. L'evoluzione tecnologica, sempre più rapida, espone tuttavia a minacce correlate sempre più imprevedibili. Da qui l'imperativo di adeguare le misure di tutela per le comunicazioni più sensibili.

Sedi diplomatiche e forze di polizia -

 La Farnesina, stando al bando che si è appena concluso, ha affidato al Raggruppamento temporaneo di imprese costituito da B.T. Italia e Leonardo i servizi di connettività e sicurezza informatica per le Sedi diplomatico-consolari del ministero. Per quanto riguarda invece le forze di polizia, le comunicazioni tra le centrali operative e le auto avviene tramite ponti radio (con il sistema Tetra) utilizzando frequenze diverse. Si tratta di comunicazioni digitali criptate e l'appalto è gestito dal ministero dell'Interno.

Cavi sottomarini e satelliti -

 A gestire i cavi sottomarini, arterie particolarmente delicate, è invece Telecom Italia Sparkle. Tuttavia, la vulnerabilità di queste strutture è emersa di recente con episodi di sabotaggio, sollevando interrogativi sulla necessità di alternative più resilienti. E la nuova frontiera a cui si guarda per le comunicazioni è proprio quella dei satelliti a orbita bassa, settore che vede l'azienda di Elon Musk nel ruolo di monopolista per costi e tecnologie. I satelliti militari italiani attivi sono invece a orbita alta, una tipologia a minore efficacia, ed è il Comando per le operazioni di rete il responsabile della condotta tecnico-operativa dell'intera rete della comunicazione della Difesa: l'organismo garantisce anche le funzioni di Centro di gestione Cripto Key Network Management System (Knms) delle apparecchiature cifranti.

Le comunicazioni militari -

 In orbita alta, il programma Sicral (Sistema Italiano per Comunicazioni Riservate e Allarmi), realizzato da Telespazio, rappresenta il fulcro delle comunicazioni militari italiane. Il programma si è articolato in varie fasi. A febbraio 2023 è stato approvato il programma 'Sicral R1', dal costo di 300 milioni di euro, destinato allo sviluppo di un satellite geostazionario "per la resilienza del sistema satellitare per le Telecomunicazioni Governative'". Nel 2026 toccherà a Sicral 3. Nell'attesa - visto che il satellite Sicral 1B attualmente in orbita concluderà la sua vita operativa - occorre però acquisire un altro satellite per garantire la continuità nell'occupazione delle posizioni di interesse nazionale nell'orbita geostazionaria e anche disporre di un assetto di riserva in caso di indisponibilità o di sovraccarico di uno degli altri satelliti della Difesa.

Perché si vuole puntare sui satelliti a orbita bassa? -

  La possibilità di un accordo con Starlink pone al centro del dibattito la questione dei satelliti a orbita bassa. I vantaggi sono molteplici: offrono una maggiore versatilità, efficienza e copertura, ma i tempi non saranno brevi. In Europa il programma Iris2 ha avuto una falsa partenza. Nel nostro Paese è stata affidata all'Agenzia spaziale italiana la realizzazione di una costellazione nazionale di satelliti per le telecomunicazioni in orbita bassa, "capace di rispondere alle esigenze operative e di sicurezza del nostro Paese". Gli esiti dello studio di fattibilità dovrebbero arrivare entro l'estate. Anche in questo caso, però i tempi non saranno brevi. Mentre dalla Difesa emerge con forza l'esigenza di avere una copertura satellitare efficace del Mediterraneo allargato, area nella quale si muovono i contingenti nazionali impegnati nelle varie missioni estere.

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