È di almeno 126 morti il bilancio delle vittime di un violento terremoto che ha colpito una regione remota dell'Himalaya Tibet, in Cina. Secondo i media statali cinesi, numerosi edifici sono crollati nel cantone di Dingri. Il sisma, che secondo l'americano Usgs ha avuto una magnitudo di 7.1 mentre secondo i cinesi di 6.8, è stato registrato a una profondità di 10 chilometri ed è stato avvertito anche a Kathmandu, in Nepal, e nello stato indiano settentrionale del Bihar. Circa 1.500 vigili del fuoco e soccorritori sono stati dispiegati per cercare le persone tra le macerie, ha affermato il ministero cinese per la gestione delle emergenze.
L'epicentro del terremoto è stato individuato a circa 75 chilometri a nord-est del monte Everest: si tratta di un'area sismicamente attiva, dove le placche indiana ed eurasiatica si scontrano e causano nelle montagne dell'Himalaya sollevamenti abbastanza forti da modificare le quote di alcune delle vette più alte del mondo.
Secondo l'emittente statale cinese CCTV, entro 5 chilometri dall'epicentro (che dista circa 380 chilometri da Lhasa, capitale del Tibet, e circa 23 chilometri dalla seconda città più grande della regione, Shigatse) sorgono diverse cittadine. Nelle tre ore successive al terremoto, sono state registrate circa 50 scosse di assestamento e l'area panoramica del Monte Everest sul versante cinese è stata chiusa dopo il sisma.