Papa Francesco ha aperto la Porta Santa, dando ufficialmente inizio all'Anno del Giubileo della Speranza. Il Pontefice, dopo le formule e le preghiere previste, si è avvicinato alla porta giubilare, l'ultima a destra delle cinque porte di bronzo che danno accesso alla basilica di San Pietro, e i battenti di bronzo sono stati aperti. Alla cerimonia era presente anche il premier Giorgia Meloni, con il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. Oltre 30mila i fedeli presenti nella basilica, in piazza e lungo via della Conciliazione. Imponenti le misure di sicurezza.
Il Papa varca la Porta Santa in sedia a rotelle -
Papa Francesco ha aperto il Giubileo del 2025 seduto su una sedia a rotelle. Un richiamo forte all'immagine dell'apertura della Porta Santa del 2000 quando San Giovanni Paolo II sofferente per la malattia traghettò la Chiesa nel nuovo millennio. Un'immagine che è stato il primo atto dell'Anno Santo che Bergoglio ha voluto dedicare alla speranza.
La speranza come antidoto alle desolazioni del mondo -
Proprio la speranza è stata al centro dell'omelia del Pontefice. Speranza come antidoto alle "desolazioni" del mondo. Il pensiero del Papa è andato ai bambini mitragliati, alle guerre, ma non solo. Per il Papa è necessario portare speranza anche nelle carceri, cosa che farà nel giorno di Santo Stefano aprendo una Porta Santa nel penitenziario di Rebibbia, e agli ultimi. Speranza che deve essere anche per la Madre Terra che "deturpata dalla logica del profitto" "soffre e geme".
"La speranza non è quieto vivere" -
Bergoglio, davanti a circa 30mila persone (6mila nella Basilica e le altre in Piazza San Pietro), ha poi lanciato un monito: "La speranza che nasce in questa notte - ha rimarcato il Papa - non tollera l'indolenza del sedentario e la pigrizia di chi si è sistemato nelle proprie comodità; non ammette la falsa prudenza di chi non si sbilancia per paura di compromettersi e il calcolo di chi pensa solo a sé stesso; è incompatibile col quieto vivere di chi non alza la voce contro il male e contro le ingiustizie consumate sulla pelle dei più poveri. Al contrario, la speranza cristiana, mentre ci invita alla paziente attesa del Regno che germoglia e cresce, esige da noi l'audacia di anticipare oggi questa promessa, attraverso la nostra responsabilità e la nostra compassione".
"La speranza non è morta, la speranza è viva, e avvolge la nostra vita per sempre", ha detto ancora il Papa ricordando che la Notte di Natale è la "notte in cui la porta della speranza si è spalancata sul mondo".
"Giubileo e speranza cristiana impegnano a cambiare mondo" -
Il Pontefice ha poi sottolineato che la notte di Natale con l'apertura dell'Anno Giubilare "ci chiama al rinnovamento spirituale e ci impegna nella trasformazione del mondo, perché questo diventi davvero un tempo giubilare: lo diventi per la nostra madre Terra, deturpata dalla logica del profitto; lo diventi per i Paesi più poveri, gravati da debiti ingiusti; lo diventi per tutti coloro che sono prigionieri di vecchie e nuove schiavitù".