"Quando sono stato avvisato e mi hanno detto che l’aggressore era il suo ex fidanzato non potevo crederci. Non poteva, quel bravissimo ragazzo che io avevo conosciuto, essere arrivato a tanto". Sono le parole pronunciate in un'intervista a Il Giornale da Carlo Voce, 58enne avvocato giuslavorista di Firenze e padre di Martina, la studentessa di 21 anni accoltellata in un negozio a Oslo dall'ex fidanzato, un 20enne norvegese di origini indiane, incensurate.
La giovane, in gravi condizioni, domenica "ha superato un collasso dovuto alle emorragie, che è stato risolto". Ma la prognosi resta riservata e "Martina è ancora sedata", ha detto l'uomo parlando a La Repubblica. "Dopo i due interventi che le hanno già fatto, ne sono stati già programmati altri. La opereranno rapidamente alle mani e dietro la testa. Per fortuna le lesioni non hanno coinvolto organi vitali. Il problema sono le infezioni che potrebbero partire dalle ferite". Il 21enne, fermato da due colleghi della vittima durante l'aggressione, è stato accoltellato e si trova in coma.
Il racconto del padre di Martina -
Venerdì pomeriggio, Carlo Voce si trovava nel suo studio a lavorare quando ha ricevuto una telefonata dal consolato in cui gli veniva spiegato cos'era successo. L'uomo, dopo essersi immediatamente recato in ospedale dalla figlia, dalle informazioni ricevute ha ricostruito quanto accaduto. "L'ha trovata al lavoro, è entrato e all’improvviso, l’ha aggredita come un pazzo e ha iniziato ad accoltellarla. Di certo, senza i suoi colleghi, due maschi e una femmina, sarebbe morta.Il loro intervento è stato fondamentale", ha affermato a La Repubblica proposito dell'aggressione.
"Mi è sempre sembrato un bravo ragazzo" -
Martina si è trasferita a Oslo nel luglio del 2022 e poco dopo ha conosciuto l'ex fidanzato. "Lui faceva l’informatico nel più grande studio legale di Oslo già da qualche anno. Un ragazzo serio", ha spiegato il padre della giovane a Il Giornale. Dopo aver iniziato una relazione, i due sono andati a vivere insieme a casa del ragazzo. Nelle occasioni in cui il padre di Martina si è recato a Oslo, "quattro volte", ha avuto modo di conoscere il giovane. "Ho passato molto tempo con loro. Abbiamo anche fatto una crociera nei fiordi". "Era dolce, bravo. Forse un po’ possessivo, mi sembrava però una gelosia amorevole". Ma quando Martina ha deciso di porre fine alla relazione perché non era più innamorata, tutto è cambiato.
"Non accettava la fine della relazione" -
Quando la giovane gli ha comunicato che la loro relazione era finita, il 20enne ha reagito male. "Lui diceva di non accettarlo, era convinto che mia figlia fosse l’amore della sua vita - ha raccontato ancora Carlo Voce a La Repubblica -. Una volta, mi ha raccontato Martina, le aveva mandato un messaggio dicendo che si sarebbe ammazzato. Poi i problemi sono passati. A novembre lei mi ha raccontato che lui ogni tanto le rompeva ancora le scatole, essendo un tecnico informatico riusciva ad esempio a mandarle dei messaggi con mail sconosciute".
"Le avevo detto di denunciarlo" -
Il padre della giovane le aveva suggerito di denunciarlo ma "lei diceva di no, che lo avrebbe rovinato. Mi aveva assicurato che sarebbe riuscita a gestirlo. Del resto, a parte i messaggi, mai si era presentato nel negozio dove lei lavora, tutti i colleghi me lo hanno confermato anche in questi giorni".
"Non capisco perché ci abbia voluto fare così del male" -
"Non c’è rabbia in questo momento. La proverei se avessi avuto sentore di qualche problema con il ragazzo, perché penserei di aver sbagliato qualcosa. Tutte le persone che lo hanno conosciuto non avrebbero mai detto che era un tipo aggressivo. Il suo ex mi è sempre sembrato un bravo ragazzo", ha detto ancora l'uomo parlando del 21enne. "Con tutto il bene che gli abbiamo dato, non capisco perché ci abbia voluto fare così del male - ha concluso -. L’amore con una persona può finire e devi accettarlo. Nulla può giustificare una tale violenza".