la ricerca australiana

Aviaria, sos degli scienziati: "Fatale per le donne incinte" | Bassetti: "Il 2025 rischia di essere il suo anno"

È l'allarme lanciato dai ricercatori del Murdoch Children's Research Institute di Melbourne: in gravidanza la letalità del virus è del 90%. Monito del direttore Malattie infettive del San Martino di Genova: "Non possiamo far finta di niente, servono i vaccini" 

© Afp

Nove donne incinte su dieci non sopravvivono all'influenza aviaria. È l'allarme lanciato dai ricercatori del Murdoch Children's Research Institute (Mcri) di Melbourne, in Australia, che hanno analizzato un totale di 30 casi di donne contagiate in gravidanza: 27 sono decedute, dato che indica "un tasso di mortalità del 90 per cento", mentre crescono a livello globale le infezioni umane collegate a focolai di virus aviari altamente patogeni. Numeri che non possono lasciare l'Italia indifferente: "L’influenza aviaria avanza negli Stati Uniti e preoccupa anche l’Europa, che fa incetta di vaccini, tranne l’Italia - avverte Matteo Bassetti - Speriamo di non continuare a girarci dall’altra parte. Il 2025 rischia di essere il suo anno". 

Lo studio australiano - Gli esperti ribadiscono "la necessità di considerare le donne incinte una priorità nei programmi di preparazione alle pandemie". Aggiungendo che "nonostante il rischio elevato, questa popolazione sia frequentemente esclusa dalle sperimentazioni sui vaccini e incontri difficoltà di accesso ai programmi vaccinali pubblici". Una delle autrici dello studio australiano, la ricercatrice Rachael Purcell, sottolinea che "è necessario un cambiamento di paradigma - a - per includere sistematicamente le donne incinte nei programmi di preparazione alla pandemia e scongiurare morti evitabili". Gli studiosi sottolineano come la situazione sia "aggravata dall'aumento globale delle infezioni umane causate da virus aviari altamente patogeni". 

Allarme in Usa e in California - L'ultima segnalazione allarmante è arrivata dagli Stati Uniti, dove è stato registrato il primo caso di malattia grave collegata a influenza aviaria A/H5N1 nel Paese in un paziente ricoverato nello stato del Louisiana, dopo essere venuto in contatto con a uccelli malati e morti in allevamenti di cortile. E la California ha già dichiarato lo stato di emergenza nazionale. 

L'Italia non può essere indifferente -  Il monito arriva da Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova. "Il 2025 - ha detto ad Adnkronos Salute - rischia di essere veramente l'anno della aviaria perché i segnali che vengono dagli Stati Uniti sono importanti, il virus ha interessato due degli animali in qualche modo più vicini all'essere umano, da una parte la mucca da latte, con ormai tantissimi allevamenti contagiati, e siamo arrivati al pollo da cortile e ai gatti quindi veramente un virus dell'aviaria vicinissimo all'essere umano". Oltretutto, un articolo pubblicato su "Science", fa sapere Bassetti, "dice che manca soltanto una piccolissima mutazione affinché il virus faccia il definitivo salto di specie e che acquisisca la capacità di trasmettersi da uomo a uomo". "I dati americani a me preoccupano molto perché stiamo parlando di un paese come gli Usa che è veramente molto molto vicino a noi. Tutto il mondo sta facendo incetta di vaccini, o si sta organizzando con i farmaci, solo in Italia non lo consideriamo un problema".

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