Renato Zero ha vinto una causa sui diritti d’autore contro le major della musica e incassa 145mila euro. Lo scrive il Corriere della Sera. Il Tribunale di Milano ha condannato Scf, una delle principali società di gestione dei diritti spettanti ai produttori fonografici, a pagare tale somma a Tattica, ossia il produttore indipendente che aveva deciso di gestire autonomamente i diritti connessi al diritto d’autore, quelli che la legge riconosce a chi è in qualche modo collegato all’autore dell’opera. Dunque proteggono i soggetti che partecipano alla realizzazione, produzione o diffusione delle opere ma che non sono gli autori stessi.
La sentenza - Nella sentenza, depositata l’8 dicembre, si afferma — secondo quanto sostiene Tattica — che Scf avrebbe indebitamente trattenuto per l’intermediazione una quota di denaro dai compensi. Tattica appartiene per il 75% a Renato Zero (Renato Fiacchini) mentre quote intorno al 12% sono del fratello Giampiero e dell’avvocato Simone Veneziano. La causa, portata avanti dallo stesso Veneziano, è nata quando l’etichetta indipendente al momento di incassare i diritti di sua spettanza si è vista trattenere all’origine da Scf (alla quale non aveva conferito mandato) la stessa percentuale del 19% per intermediazione che viene di solito applicata dalla collecting ai propri mandanti.
Cos'è Scf - Scf è una società di gestione collettiva di diritti d’autore (collecting, appunto), partecipata da decine di produttori ma con il 77% del capitale ripartito in parti uguali tra la major (Universal, Sony e Warner Music). Nel 2023 i ricavi sono stati di 7,5 milioni (6,1 nel 2022) con un utile di 475 mila euro; i diritti incassati per diritti connessi sono incrementati del 20% rispetto al 2022 e il totale ripartito raggiunge i 50,8 milioni. In sostanza Scf autorizza l’utilizzo del repertorio che rappresenta da parte di radio e tv e raccoglie i diritti da chiunque diffonda musica in pubblico (negozi, bar, ristoranti, discoteche, palestre, eventi anche no profit).
Un precedente - Il punto è capire come deve regolarsi chi non ha conferito un mandato esplicito a Sfc e ha escluso espressamente il proprio repertorio dal meccanismo delle "collecting". Qui si innesta la causa vinta in primo grado dalla Tattica di Renato Zero. La sentenza, secondo l’avvocato Simone Veneziano, "è destinata - scrive ancora il Corriere - a produrre effetti oltre questo specifico caso costituendo un precedente che potrebbe adesso essere invocato da tutti i titolari di diritti connessi apolidi, cioè quei produttori di fonogrammi e/o artisti interpreti o esecutori ai quali le collecting non potranno più imporre un corrispettivo a titolo di intermediazione".