La manovra cambia ancora con gli emendamenti dei relatori e del governo che accolgono parte dei rilievi arrivati negli ultimi mesi ma che hanno fatto slittare le votazioni in Aula a lunedì. Dalla web tax solo per i big, al calo della tassa sulle criptovalute fino all'Ires più bassa per le imprese che reinvestono gli utili in azienda, finanziata grazie al nuovo contributo delle banche alle casse dello Stato: di fatto vengono riscritte completamente alcune delle norme tra cui quella sui revisori del Mef nelle società che accedono a contributi statali, che escono del tutto di scena. Attenzione anche alle famiglie disagiate e ai pensionati, con un probabile aumento dei 8 euro delle pensioni minime erogate agli ultrasettantenni in condizioni di disagio.
Web Tax e criptovalute - Sulla web tax vincono i dubbi delle piccole imprese, che non ci stavano a pagare una tassa che, come sostenevano, le avrebbe penalizzate molto rispetto alle aziende non digitali o più grandi. Con la modifica del governo si applicherà solo alle grandi realtà, con ricavi sopra i 750 milioni di euro. Cambia definizione anche la tassa sulle plusvalenze realizzate dalla vendita di criptovalute, che scende al 26% nel 2025 (nella manovra era al 42%), e poi salirà al 33% dal 2026. Sparisce però la soglia di 2.000 euro, ovvero si applicherà a tutte le transazioni, anche piccole.
Giù l'Ires - Sempre in tema di tasse, cala l'Ires per alcune imprese, come annunciato nelle ultime settimane. Il governo ha proposto di abbattere l'aliquota di 4 punti percentuali per chi accantona in una riserva almeno l'80% degli utili e ne reinveste il 30% per acquistare beni strumentali nuovi, destinati a strutture produttive in Italia. Gli investimenti non dovranno essere inferiori a 20.000 euro, e bisogna rispettare anche dei paletti occupazionali, tra cui l'assunzione a tempo indeterminato dell'1% di lavoratori in più.
Più attenzione per il Sud - Per favorire le imprese, soprattutto al Sud, viene anche aumentato, da 1,6 a 2,2 miliardi, il credito d'imposta per investimenti nella Zona economica speciale (Zes) del Mezzogiorno. Sempre per spingere il lavoro c'è anche la mini-decontribuzione per il Sud, con sgravi fino al 25%, il fondo da 70 milioni di euro per il finanziamento delle partecipazioni dei lavoratori alla gestione e ai risultati di impresa, la flat tax per gli straordinari degli infermieri. E non ci sarà la riduzione del turn over per le forze di polizia e i vigili del fuoco, i ricercatori universitari, oltre al rinvio di un anno della riduzione del personale amministrativo della scuola.
Il contributo delle banche per fare cassa - Tra le misure pensate per fare cassa, c'è il nuovo contributo richiesto alle banche attraverso la riduzione ulteriore (dal 65% al 54%) della quota di deduzione delle svalutazioni e perdite su crediti. In sostanza si allarga la base imponibile degli istituti di credito e dunque aumenta il gettito per lo Stato. Dovrebbe portare ad entrate aggiuntive tra i 400 e i 500 milioni di euro. C'è poi l'aumento delle tasse su giochi e scommesse: 25,5% sui giochi di carte o bingo a distanza, 20,5% per le scommesse sportive dal vivo, 24,5% online. E l'aumento delle tasse d'imbarco che salgono di 50 centesimi per i voli extra Ue.
Novità anche sul fronte famiglie disagiate e delle pensioni - Un "fondo dote famiglia" da 30 milioni di euro rimborserà le spese per lo sport o le attività extrascolastiche per i figli tra i 6 e 14 anni dei nuclei con Isee sotto i 15mila euro. Un bonus da 100 euro, doppio per chi ha chi ha redditi sotto i 20 mila euro, aiuterà invece nell'acquisto di elettrodomestici. Si va anche verso un aumento di 8 euro al mese delle pensioni minime sociali erogate ai cittadini ultrasettantenni in condizioni di disagio. La misura è prevista in un emendamento dei relatori alla manovra. L'aumento annuale è di 104 euro. L'assegno passerebbe quindi da 561,46 euro a 524,46 euro.
Via i "controllori" del Mef - Cambia infine anche una norma che aveva da subito sollevato un'ondata di critiche e dubbi: quella sui controllori del Mef nelle società che ricevono contributi statali. La modifica in arrivo esclude la presenza di rappresentanti del ministero dell'Economia nel collegio dei revisori dei conti, ma vara una stretta sui controlli per quelle che percepiscono contributi statali oltre il 50% del fatturato, con l'obbligo di certificare la Mef il bilancio.