AL POLITECNICO DI BARI

La lettera anonima dello studente: "Non voglio più vivere", mamma lo riconosce: "E' mio figlio"

Il passaparola nato dal post di una professoressa ha permesso alla madre di mettersi in contatto con la docente

© Facebook

"Quelle parole sono di mio figlio". L'autore della drammatica lettera indirizzata a Babbo Natale appesa all'albero del Politecnico di Bari è stato trovato.  La mamma in quello sfogo accorato, in quella richiesta di aiuto, ha riconosciuto suo figlio. Il passaparola nato dal post di una professoressa e il tam-tam su social e media hanno aiutato a la madre a mettersi in contatto con la docente.

La mobilitazione per rintracciare il ragazzo è partita quando sull'albero di Natale del Politecnico di Bari è stata lasciata da uno studente anonimo questa lettera: 

"Caro Babbo Natale, ho un desiderio diverso da quelli che ricevi di solito. Vorrei che ponessi fine alle mie sofferenze. Vorrei addormentarmi e non svegliarmi più".  Tutt'altro che una richiesta di doni e regali, ambizioni lavorative o personali, ma un unico desiderio straziante: "Vivere è diventato estenuante, non ho più voglia di combattere per ciò che desidero, per vivere una vita "diversa" da quella considerata normale da tutti. Per favore, lasciami volare via". Nessuna firma, ma un grido di aiuto che da subito ha toccato profondamente docenti, studenti e collaboratori dell'università.

Tra questi una professoressa del Politecnico che si è mossa per cercare di aiutare e rintracciare il ragazzo. Addolorata per il malessere di quelle parole, ha lasciato un messaggio accanto alla lettera, accompagnato dal suo numero di telefono: "Ci siamo per te". La professoressa ha inoltre voluto condividere questa storia sui social nel tentativo di trovarlo più facilmente: "Ho pensato più volte se pubblicare o meno questo messaggio, – ha scritto su facebook  – ma penso che sia l'unico modo per raggiungerti. Caro studente, la vita è un "miracolo" ogni giorno, siamo tutti pronti ad abbracciarti e a parlare subito con Babbo Natale perché ti mostri la "bellezza" della tua età e la "sacralità" della tua vita. Ho il suo cellulare. Chiamami, te lo cedo"

Ed è proprio grazie all'appello della professoressa e alla diffusione della lettera che la mamma dello studente ha riconosciuto in quello sfogo suo figlio e ha potuto immediatamente mettersi in contatto con la docente. Il Politecnico non commenta ufficialmente la cosa, considerata la delicatezza del tema. 

Ti potrebbe interessare