"Verità e democrazia hanno un legame etico inscindibile". Lo ha ricordato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 55° anniversario della strage di piazza Fontana a Milano. "Aver ricostruito la propria storia, anche laddove essa è più dolorosa, è stata condizione per trasmettere il testimone alle generazioni più giovani, a cui tocca ora proseguire il percorso di civiltà aperto dai nostri padri nella lotta di Liberazione e nella Costituzione", ha sottolineato il Capo dello Stato, per il quale "il popolo italiano superò una prova terribile".
La Russa: "Evidenziata l'impronta neofascista" -
Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha definito quella strage un "atto terribile" sottolineando la sua "impronta neofascista". "Cinquantacinque anni dopo - ha scritto sui social -, ricordiamo le 17 vittime e le decine di feriti di una strage, il cui percorso giudiziario ha evidenziato l'impronta neofascista. Fu un atto terribile, che lasciò una ferita indelebile in un periodo buio e di forte tensione per la nostra Nazione, superato solo grazie al senso di coesione e alla volontà di ricerca della verità. Coltiviamo la memoria, ricordando e tramandando ai giovani che la pace è il frutto di un impegno costante per la giustizia e la libertà, affinché comprendano l'importanza e il valore della democrazia e delle istituzioni".
Mattarella: "Negli anni fu pressante la domanda di verità dei cittadini" -
Dopo l'esplosione, riprende il Capo dello Stato, "seguirono tentativi di depistaggio e di offuscamento della realtà. L'impronta neofascista della strage del '69 è emersa con evidenza nel percorso giudiziario, anche se deviazioni e colpevoli ritardi hanno impedito che i responsabili venissero chiamati a rispondere dei loro misfatti. La pressante domanda di verità da parte dei cittadini ha sostenuto l'impegno e la dedizione di uomini delle istituzioni, consentendo di ricomporre il criminale disegno e le responsabilità".