Al deposito Eni di Calenzano (Firenze), era in corso una manutenzione straordinaria, resasi necessaria su apparati che ne avrebbero necessitato da anni. E' quanto risulta dai primi accertamenti della procura di Prato a poco più di 48 ore dall'esplosione nell'area pensiline di carico, costata la vita a 5 operai. La procura indaga sulle modalità della manutenzione riguardo all'innesco dell'esplosione. Intanto l''intero deposito è stato posto sotto sequestro per svolgere le indagini tecniche necessarie per stabilire le cause dello scoppio.
E mentre l'incendio al deposito carburanti è spento, cresce la rabbia dei lavoratori: è stato infatti proclamato anche oggi uno sciopero di due ore alla raffineria di Livorno. "Il buon senso, come è evidente a tutti, ci dice che quel luogo è inappropriato per le funzioni che lì vengono svolte. Mi faccio carico anche delle preoccupazioni del territorio, ha invece detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani in merito al deposito di stoccaggio Eni.
Sempre oggi in tutta l'area metropolitana di Firenze sarà sciopero generale di 4 ore indetto da Cgil, Cisl e Uil, con manifestazione a Calenzano. Ha aderito anche l'Ugl. "E' una guerra silenziosa che sembra non finire mai e suscita interesse sempre solo dopo tragedie come questa", accusano i sindacati. "E' l'ennesima strage - ha affermato Maurizio Landini, leader della Cgil, che dimostra, qualora ce ne fosse bisogno, che questo sistema di impresa è fondato sull'insicurezza, sulla mancanza effettiva di procedure in grado di garantire la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori".
"Quando fu realizzato alla fine degli anni '50, lì era tutta aperta campagna e la localizzazione era appropriata, ma oggi no. Tutto attorno ci sono capannoni, aziende, residenze, la zona è densamente antropizzata e popolata. È evidente che per funzioni simili servano oggi luoghi più appropriati", ha puntualizzato ancora Giani al Corriere della Sera.
"C'è tanto da approfondire, ci sono indagini, ci sono più ipotesi sulle cause. È evidente che anche l'attenzione per la sicurezza ci dice quello che ho spiegato prima", ha aggiunto Giani. "Aspettiamo il lavoro dei magistrati, le indagini, quali sono state le cause, per fare le valutazioni, anche sugli strumenti, sia di prevenzione che urbanistici, da utilizzare perché ciò non accada mai più", ha concluso il presidente della Regione Toscana.