Sotto l'albero gli Elio e le Storie Tese hanno impacchettato un brano nuovo di zecca per i loro fan. In "Natale in trincea" (dove ospitano anche i Neri per Caso) la band tocca con ironia temi caldi e attuali: dalla guerra in Ucriana al cambiamento climatico. Faso e Cesareo hanno raccontato a Tgcom24 com'è nato il singolo: "E' un'ipotetica protezione, oggi basta avere un telefonino in tasca per saltare in aria".
Gli Elio e le Storie Tese hanno presentato il singolo con la consueta irriverenza e ironia. “Il Natale 2024 è alle porte e non sapete ancora cosa regalare? Gli Elio e le Storie Tese anche questa volta hanno la soluzione per voi: una trincea portatile! Proprio così, cari amici: il Natale 2024 sarà un Natale in trincea!", si legge nel comunicato che accompagna il pezzo. "La nuova canzone degli Elio e le Storie Tese intitolata "Natale in trincea”, con la partecipazione dei Neri Per Caso, descrive nel dettaglio questo prodigio del Made in Italy, leggero, tecnologico, dal design accattivante, adatto a tutta la famiglia. Un must per questi tempi bellicosi! Volete passare uno splendido Natale in santa pace? Dal 6 dicembre potrete ascoltare "Natale in trincea" su tutte le piattaforme digitali e acquistare la vostra trincea personale con lo sconto del 40% (fino a esaurimento scorte o conflitti)! Attenzione: i primi 100 acquirenti avranno in regalo anche lo speciale kit "razione K + Banana split per 15 persone" per un favoloso cenone ipogeo!".
"Natale in trincea" arriva in un momento particolarmente critico per il mondo che ci circonda tra guerre, conflitti e cambiamento climatico. Come vedono questo periodo gli Elio e le Storie Tese?
La trincea serve per difendersi appunto da questi venti di guerra, dal cambiamento climatico ma anche da qualcos'altro che incombe. E' un periodo in cui si sparano tutti e a tutti i livelli, dalle potenze mondiali ai singoli individui. E' una cosa che mette inquietudine, sembra un film di fantascienza. Da una parte ci avviciniamo a quel punto in cui comunicheremo tra di noi solo con la mente, ma dall'altra siamo ancora fermi ai colonialismi e alle invasioni: sembrano le guerre persiane.
Una trincea portatile ci salverà?
La trincea è un'immagine quasi romantica, il luogo in cui ti puoi rifugiare. E' un'ipotetica protezione portatile, ma sappiamo benissimo che non è così. Con la tecnologia che c'è adesso basta avere un telefonino in tasca e rischi di saltare in aria.
Avete messo in trincea anche i Neri per Caso, com'è nata la collaborazione?
Per puro caso, come dice anche il loro nome. Loro ci erano venuti a trovare nel nostro quartier generale per parlare di tutt'altro. Perché anche noi abbiamo un quartier generale con i Fantastici Quattro, non è però un grattacielo ma una piccola villetta. Hanno ascoltato la canzone e poi sono venuti a fare i cori. Oltre a essere legati da stima e da un'amicizia di lunga data, in questo caso ci servivano dei cori in stile Beach Boys e dei cantanti capaci di cantare. Cerchiamo sempre di fare collaborazioni di qualità, poi si possono anche chiamare cantanti che non sanno cantare ma poi viene male.
Cosa dovrebbe esserci nella playlist di questo Natale, oltre al vostro brano?
Metterei sicuramente "Jingle Bell Rock", un bellissimo swing di Natale datato ma molto affascinante, e anche "All I Want for Chritmas is You" che ha avuto un successo clamoroso.
Parlando di regali, qual è stato quello più brutto fatto o ricevuto?
Cesareo: Non mi è mai successo di farli brutti, perché cerco di trovare sempre qualcosa anche di poco valore ma con un senso. Un brutto ricevuto non saprei, forse perché ne ho ricevuti tanti.
Faso: Io ne ho uno ricorrente, che ogni tanto mi arriva anche se non è brutto ma inutile. E' capitato 7/8 volte che mi arrivasse una sciarpa, l'unica cosa che non uso mai. Sono ancora tuute nell'armadio. Me la regalano perché vado sempre in moto, ma non le ho mai usate.
Che progetti avete in ballo per il 2025?
Stiamo rimettendo insieme un nuovo Concertozzo, vogliamo diventi un appuntamento fisso. Siamo stati di recente alla Camera dove è stato celebrato un documentario sul Concertozzo 2024. E' stato il primo e unico evento live in cui il catering è stato gestito da ragazzi autistici. Sono state coinvolte diverse associazioni, realtà che esistono grazie al lavoro di genitori disperati che hanno creato un'opportunità di lavoro per questi ragazzi. La paura per tutti era il loro destino da adulti, ma sono riusciti a trovare un modo (nemmeno così fantascientifico) per dare loro un futuro.
Secondo voi è cambiato l’approccio dell'opinione pubblica su questo tema?
Quando eravamo piccoli noi questi ragazzi erano etichettati come strani e la cosa finiva tristemente lì. Ora c'è sicuramente un'attenzione diversa e speriamo che sia accenda un'attenzione maggiore su tutti i tipi di disabilità. Il Concertozzo 2024 era focalizzato sull'autismo, il prossimo avrà dei faretti che illumineranno altre situazioni. Il problema della disabilità è soprattutto la disattenzione massima delle istituzioni. L'unica cosa che chiede un disabile è migliorare dove possibile la propria vita a partire dal gradino del marciapiede o dall'accesso ai mezzi pubblici. Ci sono le associazioni di volontariato che fanno miracoli sul territorio, ma sarebbe giusto che anche le istituzioni preposte intervenissero su questo.