Francia, Macron apre le consultazioni per il nuovo governo | I socialisti pronti a negoziare
Il partito di Olivier Faure si è detto pronto a discutere con macronisti e repubblicani sulla base "di concessioni reciproche", per un esecutivo con "contratto a tempo determinato"
La Francia prosegue l'iter per la formazione di un nuovo governo, dopo la caduta dell'esecutivo guidato da Michel Barnier. Dopo aver annunciato che proseguirà fino a fine mandato, Emmanuel Macron ha avviato ufficialmente le consultazioni. Il Partito socialista francese, tramite il segretario Olivier Faure, si è detto pronto a discutere con i macronisti e con Les Républicains sulla base "di concessioni reciproche", per un governo che a suo modo di vedere dovrebbe avere un "contratto a tempo determinato". Intanto Parigi attende decine di capi di Stato per la riapertura della cattedrale di Notre-Dame. Ci sarà anche Giorgia Meloni. La cerimonia si terrà al chiuso per il maltempo.
A mezzogiorno Faure sarà ricevuto all'Eliseo da Macron insieme ai leader dei gruppi parlamentari Boris Vallaud e Patrick Kanner. "Parleremo con il Capo dello Stato perché la situazione del Paese lo merita, non per piegarci ai suoi desideri", ha detto il segretario socialista. "La vera questione è organizzare un confronto, siamo disposti a fare concessioni reciproche, per un tempo limitato".
Le trattative sulla riforma delle pensioni -
"Sono pronto ad avviare discussioni e a ottenere concessioni, mi auguro che ci sia un negoziato", ha affermato Faure, dicendosi pronto a fare "compromessi su tutti i temi", comprese le pensioni, a proposito delle quali ritiene che sia necessario prima "congelare" la riforma che ha innalzato l'età pensionabile a 64 anni. "Congeliamo questa riforma, facciamo una conferenza sul finanziamento e, alla fine, quando avremo trovato il metodo di finanziamento e la riforma che permette il finanziamento, abroghiamo", ha proposto il leader socialista.
Il nodo della nomina del premier francese -
"Siamo obbligati a parlare con Emmanuel Macron poiché è lui che nomina il primo ministro", ha affermato ancora Faure. "Mi rendo conto che non c'è una maggioranza assoluta e che, a un certo punto, dobbiamo prendere un certo numero di decisioni, in cambio di compromessi e concessioni reciproche". "Non voglio che si arrivi a una nomina ultra-rapida" per il posto di primo ministro, ha aggiunto.