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Ok della Camera al decreto fisco con 151 sì, è legge | Dalle tasse a rate al bonus Natale: cosa prevede

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Al Senato il via libera è stato arricchito di molte misure diventando di fatto un omnibus 

La Camera, con 151 voti a favore, 111 contrari e 4 astenuti, ha dato il via libera definitivo al dl fisco. Si prevedono fondi per il programma Rfi e per il servizio civile universale, il rifinanziamento di Ape sociale 2024 e 4 milioni in favore di Roma per il Giubileo. Al Senato il dl si è arricchito di molte misure diventando di fatto un omnibus: tra queste, il rinvio a gennaio della seconda rata di acconto delle imposte dirette per le partite Iva sotto i 170mila euro con possibile rateizzazione e l'innalzamento della dote per i partiti derivante dal 2xmille che viene rivista al rialzo con un tetto che arriva a sfiorare i 30 milioni.

Il testo originario prevedeva il rifinanziamento per le infrastrutture, l'ape sociale, 100 milioni per gli straordinari per le forze dell'ordine, ma sono tante le modifiche arrivate nell'iter al Senato, a partire dall'innesto del decreto legge che riapre i termini del concordato ed estende la platea del bonus Natale da 100 euro. Non c'è stata la conferma del taglio da 90 a 70 euro del canone Rai, cui puntava la Lega; sono entrati invece nel testo la rateizzazione dell'acconto di novembre per le partita Iva e l'aumento di 4,6 milioni della dote del 2Xmille. E' invece uscita di scena la riforma complessiva del finanziamento ai partiti, circolata con una riformulazione del governo sui testi dell'opposizione, e con questa anche il superamento del tetto del 5x1000 alle Onlus prevista nello stesso emendamento. Nel passaggio al Senato sono arrivati anche 343 milioni di euro "per rafforzare la dotazione patrimoniale" della neocostituita Autostrade dello Stato, società interamente controllata dal Mef, e 3,7 milioni per il 2024, per gli indennizzi alle imprese per i danni del granchio blu.

Le novità contenute nel dl fisco 

Riapertura del concordato -

 La novità più rilevante è la riapertura dei termini del concordato preventivo biennale, approvata dal Consiglio dei ministri il 12 novembre via decreto legge, poi confluito nel decreto Fiscale per velocizzarne l'approvazione. Il concordato bis guarda agli indecisi, che non hanno aderito alla prima tranche: si applicano le stesse condizioni e la finestra si chiuderà il 12 dicembre.

Bonus Natale -

 E' stato ampliata la platea del Bonus Natale da 100 euro, che arriverà insieme alle tredicesime dei lavoratori dipendenti con almeno un figlio a carico, anche single, con redditi fino a 28mila euro. La misura riguardava originariamente 1,1 milioni di genitori-lavoratori, eliminando il requisito del coniuge a carico (previsto nella formulazione originaria della scorsa estate), il governo stima di raggiungere 4,5 milioni di persone.

Partite Iva -

 Arriva anche il rinvio (con rateizzazione), proposto dalla Lega e riformulato dal governo, dell'acconto delle imposte per le partite Iva con ricavi fino a 170mila euro: si potrà pagare in un'unica soluzione il 16 gennaio o anche in 5 rate tra gennaio e maggio 2025. La proposta iniziale punta al rinvio anche del versamento per contributi assistenziali e previdenziali.

Sanità -

 Al Senato è arrivato anche il via libera all'emendamento di Fratelli d'Italia, sottoscritto anche dal Pd, sul payback farmaceutico, il cui obiettivo è un riequilibrio tra le Regioni. L'emendamento ridisegna il meccanismo e prevede che nella definizione delle quote spettanti alle Regioni da parte delle aziende come contributo allo sforamento del tetto di spesa farmaceutica, l'Aifa tenga conto non più del solo criterio "pro-capite", ossia del numero di abitati, ma anche dei "rispettivi superamenti dei tetti di spesa", redistribuendo gli importi alle Regioni.

2xmille -

 Aumentano di 4,6 milioni per il 2024 le risorse da distribuire ai partiti sulla base delle scelte dei contribuenti sul 2Xmille dell'Irpef. La dote complessiva sale da 25 milioni a circa 30 milioni. Dopo i dubbi del Quirinale, non è stata messa ai voti la riformulazione del governo, che invece prevedeva una riforma complessiva del finanziamento ai partiti.

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