A cent'anni dalla morte di Giacomo Puccini, Antonella Ruggiero pubblica "Puccini?". Il punto di domanda nel titolo ha molteplici significati, a partire dal fatto che le arie del maestro toscano vengono qui rilette in chiave originale e moderna, pur senza mai tradirne l'essenza. La produzione artistica e musicale è stata curata da Roberto Colombo, mentre l'adattamento musicale è di Francesco Buzzurro nei brani in cui è presente la chitarra. "Ho immaginato Puccini che, ascoltando queste particolari trasposizioni, si sia divertito a uscire dal territorio granitico del mondo dell’opera, diventando a sua volta protagonista di se stesso nei giorni nostri" ha dichiarato Antonella Ruggiero a proposito dell’album.
“Puccini?” è un lavoro iniziato dall’artista nel 2001 con un primo avvicinamento al mondo e alle arie di Giacomo Puccini, registrando in studio un primo brano, a cui è seguito nel 2009 un percorso di rilettura di sette arie, in ambito elettronico, partendo dalle partiture originali. La scelta del repertorio è stata fatta seguendo l’amore per le singole arie, senza considerare se si trattasse di arie per voce femminile o maschile. Nemmeno le tonalità sono quelle originali, ma sono state decise cercando quelle che risultassero più naturali. Successivamente, nel 2012, sono stati registrati questi e altri brani con l'adattamento musicale di Francesco Buzzurro (nei brani in cui è presente la chitarra) e, da allora, ogni due o tre anni queste incisioni sono state riprese e rielaborate, arrivando poi al risultato finale.
Le arie interpretate da Antonella Ruggiero in "Puccini?"
"Recondita armonia" (Tosca)
"E lucevan le stelle" (Tosca)
"Ch'ella mia creda" (La fanciulla del west)
"O mio babbino caro" (Gianni Schicchi)
"Sogno d'or" (Sogno d'or)
"Chi il bel sogno di Doretta" (La rondine)
"Nessun dorma (Turandot)
"Signore, ascolta (Turandot)
"Coro a bocca chiusa" (Madama Butterfly).
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"Questa idea di rielaborare alcuni brani di Giacomo Puccini ha più di venti anni, per la precisione ventitré - ha spiegato Antonella Ruggiero -. L’ho sempre trovato moderno e la sua produzione molto simile a quella dei Beatles: un autore seriale di successi indiscussi. Un uomo con le sue fragilità che ha individuato e affidato ai suoi personaggi femminili. La sua costante ricerca della solitudine, nonostante il grande successo ottenuto, dimostra la volontà e necessità di concentrarsi sulla particolarità e sulla sensibilità propria del mondo femminile per cercare di comprenderne la complessità. È sempre stato vissuto come gran conquistatore, ma credo invece che sia stato esattamente il contrario: si è sempre fatto conquistare dall’intelligenza, oltre che dalla bellezza, nel senso più completo, delle donne. Non il ragno che tesse la tela, ma l’insetto che ne rimane prigioniero".