Manuel Bortuzzo aveva anche pensato di abbandonare la sua passione, il nuoto, e le Fiamme oro. Aveva troppa paura che l'ex fidanzata, Lucrezia Hailé Selassié, potesse seguirlo in tutte le sue gare, senza che a proteggerlo ci fossero i suoi familiari, e in particolare il padre. Lo rivela ancora Il Messaggero. "È diventato un problema per me e per la squadra", ha ammesso Bortuzzo quando, dopo avere atteso a lungo, ha deciso di denunciare.
Inseguimenti continui - Bortuzzo per due anni è stato seguito, chiamato e - sostiene - minacciato, e la concentrazione del campione paralimpico è stata messa a dura prova. Del resto Lulù già si era presentata in Portogallo in primavera, in occasione dei mondiali paralimpici, temeva quindi che ad agosto potesse raggiungerlo anche alle paralimpiadi di Parigi, perché gli era giunta voce che avesse già fatto il biglietto e che stesse "facendo di tutto per andare", nonostante da prima dell'estate indossasse il braccialetto elettronico.
La scenata a Madeira - L'apice degli inseguimenti si sarebbe concretizzato proprio a Madeira, in occasione dei mondiali paralimpici di nuoto dell'aprile 2024. Lulù si sarebbe presentata nell'albergo dove alloggiava Manuel. Per individuare l'hotel, che ospitava l'intera squadra, avrebbe chiamato tutti gli alberghi, fingendosi la moglie dell'atleta e chiedendo del team italiano. Poi sarebbe arrivata con una delle sorelle, avrebbe prenotato una stanza e avrebbe lasciato un biglietto d'amore sotto la porta di quella di Manuel: "Amore mio, sono qui per te, ti aspetto in camera, floor 10, stanza 1023. I love you so much! la tua Lulù". Non ci sarebbe stata alcuna risposta. E allora avrebbe deciso di andare lei nella camera di Manuel. In quell'occasione - sostiene l'atleta - lo avrebbe schiaffeggiato. È stato l'ultimo episodio, quello che avrebbe portato Bortuzzo, dopo due anni trascorsi, a tentare di convincere la ex ad accettare la fine della loro relazione e in ansia per le olimpiadi paralimpiche dell'agosto successivo, a presentare denuncia. Prima c'erano stati altri avvenimenti che gli avevano provocato un'ansia crescente.
Il ruolo decisivo del suo coach - Quei giorni sono stati davvero complicati da gestire, giorni neri di crisi emotiva e tecnica. L'uomo che è stato più vicino al nuotatore, scrive sempre Il Messaggero, è Francesco Bonanni, un coach che ha dovuto proteggerlo e persino convincerlo, calmarlo, e dissuaderlo dall'idea di un temuto quanto clamoroso ritiro dal nuoto. Il tecnico si limita soltanto a dire che "Manuel è andato in difficoltà e quella situazione l'ha destabilizzato". Non era facile, dunque, dividere i momenti personali da quelli professionali. Lo stesso papà di Manuel, Franco, ha ammesso quanto l'aiuto dell'allenatore sia stato decisivo nel fargli ritrovare la forza di reagire in acqua, lasciando fuori dalla piscina lo stress di una incredibile persecuzione
Il padre di Manuel: "Ora sta meglio" - In attesa del processo con rito abbreviato per stalking, fissato per il prossimo 13 marzo, Bortuzzo sceglie di non commentare. "Siamo stati per mesi in silenzio, per non alimentare la tensione - commenta laconico Franco, suo padre - La magistratura sta ancora lavorando e la giustizia farà il suo corso" Dice che Manuel è alle Seychelles e sta meglio.
La difesa di Lucrezia Salassié - Il legale di Lulù precisa che la sua cliente non ha mai fatto alcuna ammissione di responsabilità: "La mia assistita si dichiara innocente e la verità processuale emergerà al momento e nelle sedi opportune". L'influencer, che ha reso spontanee dichiarazioni, ha ammesso di avere esagerato, ma sostiene che alcuni messaggi di Bortuzzo, che avrebbe voluto indurla a ragionare e accettare la fine della loro storia l'avrebbero invece tratta in inganno, facendole pensare che l'atleta provasse ancora qualcosa per lei. "Auspichiamo - conclude il legale - che si metta immediatamente fine a questa macchina del fango che non fa bene a nessuno e che può produrre danni, morali e non, di grave e imprevedibile portata".