nel mirino finti poveri

Fisco, 2 milioni di lettere per "richiamare" chi non ha aderito al concordato

Si tratta di un tentativo soft di aumentare le adesioni delle Partite Iva, ferme a 522mila, ricordando che l'adesione al concordato comporta l'accesso alla sanatoria per gli anni 2018-2024

Il Fisco prova ad ampliare il più possibile la platea del concordato preventivo biennale, con una lettera a 2 milioni e 200mila partite Iva soggette alle pagelle fiscali che non hanno aderito entro la scadenza del 31 ottobre, poi estesa al 12 dicembre. E' quanto riporta oggi il Sole 24 Ore che sottolinea come l'invito sia "rivolto a un milione di (presunti) 'finti poveri', partite Iva che dichiarano redditi inferiori a 15mila euro all'anno, meno cioè degli stipendi che pagano ai loro stessi dipendenti, spesso superiori a 20mila euro". Un tentativo soft di aumentare le adesioni, ferme a 522mila, il 12% della platea potenziale. 

L'accesso alla sanatoria per gli anni 2018-2024 -

 La lettera ricorda che l'adesione al concordato comporta, tra l'altro, l'accesso alla sanatoria per gli anni 2018-2024. Per oltre un milione di partite Iva che sono ben lontane da un'affidabilità fiscale richiesta dagli Isa - gli indici sintetici di affidabilità - la possibilità "di finire nelle liste selettive elaborate sulla base dell'analisi di rischio è più che concreto", visto che sulle liste sono già al lavoro la Sogei, Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate. 

Potenziale dell'adesione riguarda 2,2 milioni di soggetti Isa -

 Queste ultime due hanno attivato una nuova task force per analizzare le banche dati fiscali e utilizzare strumenti di intelligenza artificiale per individuare discrepanze nei redditi dichiarati, in particolare proprio quelli dei lavoratori autonomi e dunque dei soggetti Isa. Il numero di chi non risulta affidabile e non ha aderito non è certo irrilevante - mette in risalto il quotidiano - "se si considera che il potenziale dell'adesione riguarda 2,2 milioni di soggetti Isa, come emerso anche dalla risposta a question time fornita mercoledì dal Mef in commissione Finanze alla Camera, che non avevano scelto l'accordo biennale entro il 31 ottobre".