Sono passati 55 anni da quando lo storico giornalista Rai Tito Stagno ha dato l'annuncio dello sbarco sulla Luna di Armstrong e Aldrin. Nomi diventati leggenda che hanno permesso all'umanità di guardare al cielo con occhi diversi, sognando un giorno di poterlo toccare.
Oggi la Luna sembra sempre più vicina. L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha ufficialmente lanciato il programma "Moonlight" (il 15 Ottobre scorso durante la Conferenza IAC a Milano è stato firmato il contratto del valore di 123 milioni per la Fase 1 del Programma tra ESA e Telespazio, a capo di un consorzio industriale europeo): un’iniziativa storica per la realizzazione di un'infrastruttura che prevede il lancio di una costellazione di satelliti in orbita attorno alla Luna stessa per fornire servizi di comunicazione e navigazione (LCNS) per la sua esplorazione. Con oltre 400 missioni pianificate da agenzie spaziali e aziende private nel prossimo decennio, questo programma rappresenta un passo importante in ambito esplorativo e per lo sviluppo di una vera e propria economia lunare.
Ne abbiamo parlato con Cosimo Stallo, Moonlight Navigation Principal System Engineer dell’ESA, impegnato nella realizzazione del programma.
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In che modo "Moonlight" può rappresentare una svolta per le esplorazioni spaziali lunari? Quali gli obiettivi?
"Moonlight" ha lo scopo di realizzare un'infrastruttura che fornisca servizi di comunicazione e navigazione sulla Luna. Il primo target è il Polo Sud del nostro satellite lunare, un'area che negli ultimi anni è stata oggetto di importanti scoperte come quella della presenza di ghiaccio - e quindi acqua – e che rappresenta un vero e proprio avamposto per l'esplorazione di Marte. L'obiettivo però non è solo raggiungere la Luna ma anche creare in futuro degli insediamenti.
Per raggiungere questo traguardo, il progetto si articola in due fasi operative che vedranno il lancio di cinque satelliti: uno di comunicazione e quattro di navigazione. Oggi c'è grande fermento nel settore, tanto che le missioni di esplorazione lunare già pianificate per i prossimi dieci anni sono circa 400. Il tutto all'interno di un sistema considerato estremamente innovativo e che punta all’interoperabilità con altre iniziative internazionali, in particolare quelle guidate dall’agenzia spaziale americana NASA, e da quella giapponese JAXA.
È un'iniziativa che nasce di pari passo con la crescita della Luna economy e quindi con il bisogno di esplorare la Luna stessa. Quali sono le opportunità commerciali?
Il programma è un'iniziativa pubblica-privata che ha come scopo anche la commercializzazione dei servizi offerti da questa infrastruttura: si punta a trovare potenziali clienti, non solo istituzionali, interessati a usufruire dei servizi di comunicazione e navigazione a supporto della esplorazione lunare. E poi c'è il tema più generale e ad ampio spettro dell'insediamento: tra gli obiettivi futuri della nuova corsa al nostro satellite naturale c'è quello di creare una base permanente sulla Luna, una sorta di Moon Village, in grado poi di supportare anche l'esplorazione di altri pianeti, iniziando da Marte.
È la prima volta che si crea una costellazione di satelliti orbitanti intorno alla Luna, quindi stanno emergendo anche tanti aspetti nuovi per l’agenzia, l'industria, le università e i centri di ricerca. È un progetto che richiede competenze di diverso tipo, non solo tecniche legate al mondo della comunicazione e navigazione satellitare e dell'esplorazione spaziale. Allo stesso tempo sono indispensabili componenti manageriali, di finanza, di definizione di business plan e di individuazione di potenziali nuovi mercati. È una vera sfida per tutta l'Europa.
Chi sono i principali investitori del progetto?
Principalmente c'è l'Italia, tramite l'Agenzia spaziale italiana, e poi il Regno Unito tramite la sua Agenzia spaziale (UKSA). La fase 1 è partita grazie a questi investimenti. "Moonlight" viene seguito nella sede dell’ESA nel Regno Unito (ECSAT) vicino a Oxford, nell'Harwell Campus.
Perché l’Italia è in prima linea?
Il nostro è uno dei principali Paesi Europei che storicamente - dopo Stati Uniti e Russia - hanno investito tanto nello spazio e nella sua esplorazione. L'Italia crede molto nello sviluppo tecnologico e nella grande ricaduta che questo tipo di programmi può avere sulla filiera nazionale, sull'industria, sulle piccole e medie imprese, sui centri di ricerca e sull'università. Tanto che possiamo vantare competenze avanzate nel settore.
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E invece Russia e Cina?
Sicuramente stanno investendo in questo ambito, la Cina ha già fatto missioni di esplorazione lunare, ma il contesto geopolitico non ci permette di collaborare con loro. Non dobbiamo sottovalutare un altro attore internazionale che sta facendo grandi progressi, ovvero l'India. Non escludo che in futuro possa nascere una forte cooperazione con questo Paese nell’ambito della definizione dello standard di interoperabilità, LunaNet, tra i futuri sistemi di comunicazione e navigazione lunari gestiti da diversi fornitori di questo tipo di servizi.
"Moonlight" potrebbe contribuire anche a dare un impulso al turismo spaziale?
Attualmente siamo in una fase del progetto che è ancora molto focalizzata sugli aspetti tecnici, disegnare un'infrastruttura di questo tipo è complesso. Al tempo stesso però c'è la consapevolezza che questo servizio possa essere offerto anche ai privati ed è per questo che si punta all'identificazione di potenziali clienti non solo istituzionali. Solo così potrà essere sostenibile nel tempo.
Da quello che vedo e sento mi aspetto forti cambiamenti nel settore: ormai esplorare la Luna è diventato prioritario, non è più qualcosa di futuristico. Nei prossimi anni diventerà realtà.
Diverso invece il discorso di Marte, il cui raggiungimento è più complicato da un punto di vista tecnologico ma anche emotivo/psicologico per l'esplorazione umana, fosse anche solo per i tempi necessari per raggiungerlo.
Credo invece che la conquista della Luna possa diventare una certezza, con una differenza: il nuovo obiettivo della sua esplorazione sarà insediarsi. La speranza è che questa volta la protagonista possa essere l'Europa.
Il settore vede la commistione di pubblico e privato ed è qui che si inseriscono figure come quella di Elon Musk. Qual è la sua forza nello spazio?
Musk è sicuramente un rivoluzionario, è riuscito a realizzare in brevissimo tempo cose che hanno sorpreso la comunità internazionale e degli addetti al settore. Basti pensare che oggi Starlink ha migliaia di satelliti in bassa orbita e ormai basta pagare un abbonamento per usufruire dei loro servizi. Uno dei suoi grandi punti di forza è il fatto che ha sviluppato tecnologie sofisticate e affidabili come quelle dei lanciatori, motivo per il quale si è affermato in modo importante in questo settore.
La speranza, guardando ai nostri progetti, è che l'Europa possa continuare sulla strada intrapresa e costruirsi delle proprie tecnologie in grado di renderla attore principale anche da questo punto di vista. Solo così la Luna potrà essere realmente più vicina.