Un viaggio alla scoperta di un prodotto che da quasi mille anni viene realizzato con soli tre ingredienti (latte, sale e caglio): è l’esperienza che regala la visita a uno dei caseifici che producono Parmigiano Reggiano. L’opportunità, offerta da molte delle aziende che fanno parte del Consorzio (e prenotabile qui), è un modo per conoscere al meglio un formaggio inconfondibile e il territorio a cui è indissolubilmente legato (un’area che comprende le province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna a sinistra del fiume Reno e Mantova a destra del fiume Po).
Un’esperienza unica -
Assistere alla nascita e all’apertura di una forma di Parmigiano Reggiano, passeggiare attraverso le “cattedrali di formaggio” dei magazzini di stagionatura, acquistare la Dop direttamente dalle mani degli artigiani che l’hanno creata sono esperienze straordinarie che permettono di conoscere al meglio il prodotto. Non si tratta infatti di semplici visite guidate, ma di un viaggio nel tempo alla scoperta del metodo di lavorazione artigianale della Dop, rimasto invariato da oltre nove secoli, e di un tour nella zona d’origine ricca di storia, arte e cultura.
La visita dei caseifici permette di assistere infatti a tutte le fasi di lavorazione del latte (dalla cottura all’estrazione della massa caseosa, dalla messa in fascera delle forme fino alla salatura), di visitare i magazzini di stagionatura, di degustare le varie biodiversità del Parmigiano Reggiano, ma anche di conoscere la storia delle famiglie che da generazioni si tramandano questo mestiere.
L’importanza del turismo enogastronomico legato al Parmigiano Reggiano -
Far conoscere le realtà che operano nella filiera del Parmigiano Reggiano è uno degli obiettivi del Consorzio, che vede nell’esperienza diretta della visita in caseificio e in magazzino il metodo più efficace per spiegare i valori e le distintività di questo prodotto.
Nel 2023, i visitatori totali nei caseifici del comprensorio sono stati 170mila, in aumento del 10% sul 2022. E il trend sembra destinato a proseguire, anche grazie alla firma del Regolamento UE sulle Indicazioni Geografiche, che ha rafforzato ulteriormente il ruolo dei Consorzi nella promozione del turismo enogastronomico.
“Quella degli appassionati che desiderano scoprire i luoghi di produzione della Dop è una domanda in costante aumento - ha spiegato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano -. Le Indicazioni geografiche non sono solo un fattore economico per chi le produce, ma sono anche un vero e proprio elemento di sviluppo territoriale per la loro zona di origine: se consideriamo che per loro natura non possono essere delocalizzate, che un turista straniero su due visita il nostro Paese in funzione dell’enogastronomia e che il turismo rappresenta circa il 15% del Pil italiano, risulta lampante l’importanza dei consorzi per lo sviluppo del turismo esperienziale”.