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Come nel gaslighting: 10 frasi da evitare perché offendono e sminuiscono

Questa odiosa pratica potrebbe non essere così lontana dalla nostra vita come immaginiamo: magari la subiamo senza saperlo o la mettiamo in atto noi stessi

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Tutti abbiamo sentito parlare di gaslighting, ma per lo più siamo convinti che non ci tocchi in prima persona, né come vittime, né tanto meno come agenti attivi. Ma ne siamo proprio certi? Anche senza arrivare a mettere in atto, o a subire, una strategia sistematica che punti a sminuire il partner fino al suo annientamento, ci sono espressioni di utilizzo comune alle quali si ricorre con una certa frequenza nei litigi, ma anche nelle semplici conversazioni. Sono modi di dire in apparenza innocenti, o quasi, ma che costituiscono una vera e propria forma di violenza mascherata che, a prescindere dalle intenzioni con cui vengono pronunciate, feriscono chi le ascolta e nuocciono alla sua autostima Ecco allora le più comuni, da non pronunciare mai e alle quali ribellarsi.

CHE COS’È IL GASLIGHTING - La parola "gaslighting" indica una sottile tecnica di manipolazione in cui una persona è portata a dubitare delle proprie sensazioni, emozioni e pensieri, fino a dubitare della propria sanità mentale. È diventata di uso così frequente da essere proclamata nel 2022 "parola dell'anno" del  Merriam-Webster; il termine deriva da un'opera teatrale del 1938 e dal suo adattamento cinematografico del 1944 "Gaslight". Nel film, un marito manipolatore inizia ad abbassare gradualmente le lampade a gas della casa e ad apportare altre modifiche all'ambiente domestico negando che si tratti di fatti reali quando la moglie, sconcertata, ne parla. La donna, isolata dagli altri e nell'impossibilità di avere una conferma delle sue sensazioni, comincia ad avere dubbi sulla propria salute mentale, dato che, secondo il marito, tutto accade "nella sua testa". Questa tecnica di manipolazione è più diffusa di quanto si pensi ed è una delle forme più frequenti che assume la violenza psicologica in ambiente domestico: con queste tecniche il gaslighter punta a distruggere l'autostima del partner per consolidare il controllo che ha su di lui. Il gaslighting può presentarsi in forme diverse e anche, per così dire, attenuate: può essere ad esempio il caso di chi sottrae 20 euro dal nostro portafoglio e, quando chiediamo spiegazioni, pur di non ammetterlo, risponde che dobbiamo averli spesi e non ce ne ricordiamo. Si tratta di manipolazioni, sottili ma molto efficaci, che tutti devono imparare a riconoscere per potersene difendere. Ecco dunque alcune frasi che potremmo sentirci dire e che non dobbiamo accettare mai. Se poi dovessimo avere la tentazione di pronunciarle nei confronti di qualcuno, meglio mordersi la lingua e fare un attento esame di coscienza.

"Sei sicuro di non averlo sognato?" - Poche parole che ci fanno dubitare della nostra memoria e della nostra presenza a noi stessi. Ma se ce lo sentiamo ripetere con una certa frequenza da una persona che amiamo, alla fine potremmo pensare che abbia una parte di ragione. Il significato è: "Stai solo inventando delle cose": forse sarebbe meglio sentirsi dire così.

"L'ho fatto per il tuo bene" - Un'affermazione che punta strategicamente a farci sentire incompetenti, tanto da aver bisogno che qualcuno si preoccupi del nostro interesse, salvaguardandoci da noi stessi. Un esempio di questo è il settore economico, in cui il gaslighter cerca di assumere il controllo delle nostre finanze "per il nostro bene", dal pagamento delle bollette alla gestione della spesa domestica.

"Non sono sicuro che i tuoi amici/familiari abbiano a cuore il tuo interesse" - Qui occorre considerare il contesto, perché le cose potrebbero effettivamente stare così. Ma con un gaslighter (o sospetto tale), potrebbe trattarsi di una tattica per allontanarci dalla nostra rete sociale, sostituendosi ad essa per averci totalmente alla sua mercé.

"Sei troppo emotiva" - Questo è un altro tentativo di banalizzare i nostri sentimenti: il problema sono le nostre emozioni, non quello che il gaslighter 

ha fatto per scatenarle.

“Pensi di volere questo, ma non sai davvero che cosa vuoi” – Questa è una fior di manipolazione: non solo non sappiamo quello che vogliamo davvero, ma il nostro gaslighter ci conosce meglio di quanto conosciamo noi stessi. E, soprattutto, deve insegnarcelo. Questa è una red flag, e di quelle belle grosse.

"Non lo vuoi davvero" - Questa frase, molto simile alla precedente e con le stesse implicazioni, significa anche: "Non voglio che tu abbia ciò che vuoi". Si tratta anche di un modo per farci sentire incapaci di riconoscere i nostri desideri e bisogni.

"Sei pazza!" - Una frase comune, al limite dell'insulto. I gaslighter la usano per evitare di assumersi la responsabilità delle loro azioni e portare chi la ascolta a dubitare di sé, a mettere in discussione la realtà della situazione e a preoccuparsi del proprio giudizio.

"Non è andata così" - Se in condizioni normali può trattarsi di esprimere un diverso punto di vista su una situazione o un comportamento, veder mettere in discussione troppo frequentemente il ricordo o il giudizio che diamo di un fatto ha un potere destabilizzante e ricorda molto da vicino le tecniche di gaslighting.

"Se ti importasse di me, lo faresti" – Una forma di ricatto morale puro e semplice: i sentimenti del partner sono utilizzati contro di lui e la sua volontà espressa. Un esempio per tutti? "Se ti importasse di me, mi lasceresti guardare nel tuo telefono".

"Tanto perché tu lo sappia, il mio partner si comporta in modo un po' irrazionale in questo periodo" -  Se il nostro partner dice così a qualcuno della nostra cerchia di amici e conoscenti si tratta davvero di un brutto segnale: è un mezzo per mettere in guardia la nostra cerchia sociale da quello che potremmo raccontare, in cerca di confronto e supporto, e per far sì che i nostri amici siano a loro volta portati a mettere in dubbio le nostre parole, isolandoci ancora di più.