indagini in corso

Taranto, uccide la madre e confessa: "Le ho strappato il cuore"

La donna era stata trovata morta all'interno di un'auto a Marina di Leporano. Il figlio ha ammesso tutto dopo l'interrogatorio

Un 46enne, Salvatore Dettori, ha confessato di aver ucciso la madre, la 73enne Silvana La Rocca, a Marina di Leporano (Taranto). "Ho strappato il cuore della mamma", ha ammesso ai carabinieri che l'avevano fermato per omicidio volontario. Il cadavere della donna era stato trovato riverso in una pozza di sangue all'interno di un'auto parcheggiata nel cortile di una villa. Sul corpo dell'insegnante in pensione erano state rivenute ferite procurate con un'arma da taglio. Durante l'interrogatorio, l'uomo ha ammesso di aver accoltellato la madre e di essere fuggito.

Rapporti conflittuali fra madre e figlio -

 Dalle indagini è emersa l'esistenza di rapporti conflittuali tra la donna e il figlio primogenito, ex ufficiale di Marina, determinati in particolare dalla sua precaria situazione economica. La vittima, originaria di Saraceno (Cosenza), era vedova e viveva da sola in casa. Suo marito, Cataldo Dettori, ex operaio specializzato dell'Ilva, morì a 54 anni nel novembre del 2002 in un incidente sul lavoro nello stabilimento siderurgico, cadendo da un muletto.

Cadavere scoperto dall'altro figlio della vittima -

 L'altro figlio della vittima risiede invece in Francia. È stato lui, secondo la ricostruzione fornita dagli inquirenti, a telefonare nel tardo pomeriggio di giovedì a un cugino chiedendogli di recarsi nella villetta di via Trasimeno per sincerarsi delle condizioni della madre, con la quale non riusciva a mettersi in contatto da ore. Lo stesso figlio ha poi fatto la macabra scoperta. Sono quindi stati allertati i carabinieri del comando provinciale, intervenuti assieme a polizia scientifica, vigili del fuoco e soccorritori del 118.

I sospetti sul primogenito e la cattura -

 Già la prima analisi del corpo ha fatto emergere i segni inequivocabili di una morte violenta. E, dalle testimonianze raccolte, i sospetti sono subito ricaduti sul figlio primogenito della donna. Salvatore Dettori è stato così rintracciato e condotto nella sede del comando provinciale dei carabinieri per essere interrogato. Nel giubbotto nascondeva uno scudo contenente due spade a croce.

La confessione del figlio: "Ho ucciso mia madre con due coltelli" -

 L'uomo, dopo le iniziali reticenze, ha reso piena confessione riferendo di avere ucciso la madre nel corso della mattinata utilizzando due coltelli che aveva portato con sè: uno tipo "Pattada" (dal nome dalla cittadina famosa per la produzione) e uno a scatto. Ha aggiunto di aver cercato di liberarsi delle armi e degli indumenti indossati durante l'esecuzione dell'omicidio, di aver sparso candeggina all'interno dell'appartamento e di aver staccato il tubo del gas nella prospettiva di "far saltare la casa". Quanto al movente, il 46enne ha fornito dichiarazioni contrastanti e alcune giudicate inverosimili (come quella di aver ucciso la donna perché lo costringeva a "mangiare carne umana") descrivendo ogni fase dell'omicidio della madre e sostenendo di averle "strappato il cuore".

L'accusa di omicidio volontario aggravato -

 Salvatore Dettori, alla presenza del suo difensore di fiducia, ha poi confermato la sua versione dei fatti in un secondo interrogatorio. I pm hanno quindi firmato il provvedimento di fermo per il reato di omicidio volontario aggravato, commesso con premeditazione e crudeltà. Le armi del delitto sono state recuperate e sequestrate.

I "dettagli agghiaccianti" dell'omicidio -

 Durante la confessione, Dettori ha affermato di aver prima "colpito la madre dietro la nuca e, successivamente, non essendo riuscito a ucciderla subito, di averle inferto diverse coltellate alla gola, all'addome e infine allo sterno per prelevarle il cuore, restando vicino a lei fino al momento del suo ultimo respiro". Dettagli che gli stessi inquirenti hanno definito "agghiaccianti".

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