"Vi informiamo che gli israeliani, responsabili di genocidio, non sono i benvenuti nella nostra struttura. Quindi se vorrete cancellare la prenotazione, anche gratuitamente, ve ne saremmo grati". È il messaggio inviato un hotel di Selva di Cadore (Belluno) a due turisti israeliani che avevano prenotato online tramite Booking. Si tratta del secondo episodio del genere nelle Alpi venete nel giro di pochi mesi, dopo un primo caso a luglio. La vicenda è stata resa nota dal sito della comunità ebraica di Milano "Bet Magazine Mosaico".
È stato inoltre diffuso un presunto messaggio del gestore dell'albergo su un suo profilo social - che però risulta inaccessibile - in cui viene confermata la decisione di non accogliere clienti israeliani. La coppia israeliana aveva prenotato e pagato due notti per inizio novembre presso l'albergo di Selva di Cadore. Il tutto prima di ricevere il "no" della struttura ricettiva, giunto proprio alla vigilia della partenza per l'Italia.
Zaia: "In Veneto non c'è spazio per l'odio razziale" -
"In attesa di conoscere qualcosa di più su una notizia che, se sarà confermata, è di estrema gravità, mi sento profondamente turbato e resto allibito per quanto è accaduto", ha commentato il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia. Il Veneto "deve garantire le porte aperte a tutti. Continuo a sperare che quanto riportato non sia vero, poiché l'ospitalità veneta non è questa. Credo fermamente che la nostra offerta turistica debba essere inclusiva, apolitica e rispettosa di tutti. L'ho sottolineato più volte e ribadisco che episodi del genere sono inaccettabili: il Veneto non è questo. Da secoli, siamo un popolo aperto al mondo e rispettoso delle identità altrui. La Repubblica Veneta è stata un esempio di integrazione, ospitando comunità come quella ebraica e favorendo una contaminazione culturale anche con il Medioriente e il mondo arabo che ha arricchito non solo il Veneto, ma l'intero Paese".
Il Consiglio del Veneto: "Non confondiamo i popoli coi governanti" -
Sull'episodio è intervenuto il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, invitando a non commettere mai lo sbaglio di "confondere i popoli con i loro governanti e con gli errori degli Stati. Ciò vale per gli israeliani come per i palestinesi". Ciambetti ha sottolineato come "nessuno identifichi il popolo afghano con i talebani, né il popolo iraniano con l'oscurantismo dell'estremismo religioso degli ayatollah e via dicendo. Qui a Venezia ebbi l'onore di incontrare di persona Shimon Peres, uomo che credeva nella pace e che voleva la pace. Credeva in due nazioni e due Stati per gli israeliani e i palestinesi e questo obiettivo mi sembra ancora oggi l'unico realistico e possibile". Per il presidente dell'Assemblea regionale, infine, è necessario "non confondere questi gestori con il sistema dell'accoglienza e ospitalità di Selva di Cadore, e dell'intero Veneto, che è di ben altra pasta e lungimiranza".