L'Università di Yale offrirà un corso su Beyoncè il prossimo semestre. Gli studenti del prestigioso ateneo americano avranno la possibilità di portare agli esami, la prossima primavera, un corso, da un credito, interamente dedicato alla superstar del pop alla sua vasta eredità culturale. Intitolato "Beyoncè fa la storia: storia, cultura, teoria e politica della tradizione Nera radicale attraverso la musica", le lezioni sulla cantante di "Lemonade" e "Cowboy Carter" saranno tenute dalla professoressa di studi afro-americani e musica Daphne Brooks nel prossimo semestre.
Primo corso dedicato a Queen Bey -
La Brooks ha già insegnato a Princeton un corso sul ruolo delle donne nere nella cultura della musica popolare: quello di Yale sarà il primo a livello universitario dedicato interamente alla 32 volte premio Grammy (un record storico) che ha adottato Kamala Harris nella corsa alla Casa Bianca 2024 prestandole i diritti su "Freedom", la canzone diventata l'inno della campagna Dem, per poi salire sul palco di un comizio della vicepresidente a Houston, la sua città di origine. Il corso si concentrerà sul periodo che va dall'album omonimo di Beyoncè del 2013 fino a "Cowboy Carter", che sfida il genere country e che uscito nel marzo di quest'anno.
Altre superstar... in cattedra -
Beyoncè, il cui nome completo è Beyoncè Giselle Knowles-Carter, non è la prima artista ad essere oggetto di un corso a livello universitario. Negli anni si sono tenuti insegnamenti sul cantante e cantautore Bob Dylan e diversi college e università ne hanno recentemente offerti alcuni sulla popstar Taylor Swift, sui suoi testi e sull'eredità della cultura pop. Per alcuni professori di diritto con l'intento di coinvolgere una nuova generazione di avvocati utilizzando una celebrità famosa come Swift per contestualizzare concetti complicati del mondo reale.
La politica femminista nera -
La Brooks ha detto che non ha dovuto fare particolari sforzi per convincere Yale a dare luce verde. Nelle lezioni esplorerà con gli studenti la produzione di Beyoncè considerando come "tra le altre cose, la memoria storica, la politica femminista nera, la politica e le filosofie di liberazione nera attraversino l'ultimo decennio del suo repertorio, così come i modi in cui le sue sperimentazioni senza precedenti con la forma dell'album stesso le abbiano fornito la piattaforma per mobilitare questi temi". La docente ha anche aggiunto di voler utilizzare l'ampio repertorio dell'artista come portale per l'apprendimento da parte degli studenti della storia sugli intellettuali neri dai tempi di Frederick Douglass fino a Toni Morrison e ai giorni nostri.
"Prenderemo sul serio il modo in cui il lavoro critico e intellettuale di alcuni dei nostri più grandi pensatori della cultura americana risuona nella musica di Beyoncè e penseremo ai modi in cui possiamo applicare le loro filosofie al suo lavoro" e come a volte sia stato in contrasto con la "tradizione intellettuale radicale nera", ha detto Brooks, che ha notato come Beyoncé abbia anche cercato di raccontare una storia attraverso la sua musica su "razza, genere e sessualità nel contesto di oltre 400 anni di storia della sottomissione afro-americana". "È un'artista affascinante perché la memoria storica, come la chiamo spesso, e anche il tipo di impulso ad essere un archivio di quella memoria storica, è presente in tutto il suo lavoro", ha concluso Brooks. "E semplicemente non lo vedi con nessun altro artista."