Un presunto agente dei servizi segreti egiziani entrò nella casa di Giulio Regeni e chiese al coinquilino una copia del passaporto dello studente italiano. E' quanto accadde poco prima del Natale 2015 secondo quanto ha riferito in tribunale, in modalità protetta, una cittadina tedesca. All'epoca dei fatti la donna condivideva l'appartamento con lo stesso Regeni e con Mohamed El Sayed, coinquilino del ricercatore ucciso. La teste ha fatto la sua dichiarazione nell'ambito del processo a carico di quattro 007. "El Sayed - ha detto - era convinto che questo controllo fosse stato fatto dalla National Security, il servizio segreto egiziano. Si impaurì per questo".