Il giudice per le indagini preliminari di Roma ha archiviato la posizione del parlamentare della Lega Antonio Angelucci che era finito nel registro degli indagati per l'accusa di istigazione alla corruzione, dopo una denuncia presentata dall'ex assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato. Il gip ha quindi accolto la richiesta avanzata lo scorso giugno dai pm di piazzale Clodio. I fatti risalgono al 2017.
Secondo l'accusa del denunciante, Angelucci, quale proprietario delle cliniche del Gruppo San Raffaele, avrebbe promesso, senza esito, 250mila euro all'allora dirigente con qualifica di responsabile della cabina di regia del servizio sanitario della Regione Lazio D'Amato al fine di sbloccare il pagamento di pretesi crediti del San Raffaele di Velletri al quale la Regione aveva revocato l'accredito "a causa di gravi irregolarità".
D'Amato, che all'epoca dei fatti aveva il compito di monitorare le attività del rientro del deficit sanitario regionale, rifiutò l'offerta. Il pm di Roma Gennaro Varone, oggi a Pescara, dopo un approfondimento investigativo, ha deciso di chiedere l'archiviazione perché "non c'è alcuna prova dell'offerta corruttiva di Angelucci".
"Riconfermo ancora una volta piena ed estrema fiducia nella giustizia", è il commento a caldo di Angelucci. In relazione alle false accuse mosse nei suoi confronti dall’ex assessore D'Amato aggiunge: "Risponde e risponderà la giustizia".