COSA CAMBIA CON LE NUOVE REGOLE

Occupazioni, tra nuove norme sulla condotta e Ddl Sicurezza proteste “disincentivate”? Il parere della preside

Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio, spiega come potrebbero impattare gli ultimi aggiornamenti normativi, riferibili in modo più o meno esplicito al mondo della scuola, sulla tradizionale ondata di occupazioni autunnali, ormai in partenza

© ansa|

La stagione delle occupazioni scolastiche, quest’anno, sembra essere iniziata “col botto”. Ha fatto discutere, infatti, la vicenda di un liceo romano, il "Gullace", dove proprio durante un’occupazione è divampato un incendio che ha compromesso la già precaria situazione edilizia dell’istituto. Inoltre, raramente si ricorda di un’ondata di proteste - come accaduto nel corso delle ultime settimane - partita così presto

Conseguenze più gravi per le occupazioni? Parla la rappresentante dei presidi

Ma, quest’anno, gli studenti più riottosi potrebbero incontrare sul loro cammino degli ostacoli un po’ più insidiosi. Parlando di scuola, il pensiero non può che andare alle nuove norme sulla condotta, diventate operative qualche settimana fa, che danno la possibilità ai docenti di bocciare mettendo un’insufficienza in condotta, in caso di comportamenti fortemente vietati. Ma, in prospettiva, non si può sottovalutare pure il Ddl Sicurezza, che presto potrebbe diventare legge, che tra i nuovi reati introduce quello di “occupazione abusiva di immobile altrui”, teoricamente applicabile anche alle scuole.

Nel frattempo, come stanno vivendo gli istituti questa fase di transizione. Per capire meglio in che direzione ci si sta muovendo, il portale Skuola.net ha interpellato Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione Presidi del Lazio (ANP) e dirigente scolastico del blasonato I.T.I.S “Galileo Galilei” di Roma.

Quanto successo al Gullace di Roma può considerarsi un’occupazione isolata, perlomeno con quelle modalità, oppure quest'anno si è partiti davvero prima?

“Diciamo che quello è un caso particolare, legato a dei lavori nell'edificio, che hanno portato a dei disagi e che poi avrebbero avuto come conseguenza l'occupazione della struttura per opera, come al solito, di pochi studenti.

E, soprattutto, si è trattato di un'occupazione immotivata perché si stava lavorando per spostare le classi e quindi superare l'empasse. Se si chiedono i lavori per la sistemazione dei locali poi si deve avere anche la pazienza che questi lavori si facciano. Però diciamo che la partenza del periodo delle occupazioni è comunque già nell’aria”.

Pensa che le nuove regole, più stringenti, sulla condotta scoraggeranno le occupazioni? 

“Possono essere un valido deterrente. Ma dobbiamo essere consapevoli che non risolveranno miracolosamente il fenomeno delle occupazioni, anche se lo speriamo sempre. Però sicuramente pongono delle condizioni che potrebbero far ragionare gli studenti e farli desistere dall'agire in un certo modo”.

Più in concreto, la semplice partecipazione all'occupazione può portare all'insufficienza in condotta (e quindi alla bocciatura)? 

“Per comminare una sanzione grave, quale è un voto insufficiente in condotta, va sempre dimostrata la presenza dello studente in quella situazione. Quindi non si possono fare azioni collettive e generalizzate.

Bisogna, infatti, avere indicazioni certe che il singolo alunno abbia partecipato a quella situazione. Valutando le possibili conseguenze. Considerando anche che, spessissimo, nelle occupazioni a devastare è qualche persona o gruppo di persone che si infiltrano.

Però già l'azione in sé potrebbe comportare un effetto sul comportamento, portando a prescindere a una sanzione disciplinare. Ma, come detto, bisogna avere appunto la certezza che il ragazzo o la ragazza hanno effettivamente partecipato all'occupazione”.

Passando alle conseguenze dal punto di vista legale, che reati compie oggi chi occupa? 

“Chi occupa, al momento, mette in atto un reato di interruzione di pubblico servizio. Ed è quello che di fatto denunciano oggi i dirigenti scolastici. Si tratta, infatti, di un fenomeno che va a limitare il diritto all'istruzione di chi a scuola ci vuole giustamente andare. È un impedimento gravissimo. Gli studenti che reclamano spazi di espressione del proprio pensiero li possono tranquillamente trovare, attraverso assemblee, attraverso momenti di autogestione, attraverso tutte le iniziative che loro vogliono proporre, ovviamente in accordo con i docenti e diligenza. Non c’è proprio nessun motivo di occupare”.

Il nuovo Ddl Sicurezza, attualmente in discussione in Parlamento, introduce il reato di "occupazione abusiva di immobile altrui": questo potrebbe peggiorare le cose per chi occupa?

“È fuor di dubbio che si aggraverebbe la loro situazione, aggiungendo all’azione un ulteriore profilo di reato, che al momento non c’è. Rispetto a questo discorso, però, segnalo una sentenza di qualche anno fa secondo cui gli studenti, essendo iscritti nell'istituto, hanno diritto a restarci. Ovviamente è inconcepibile che ci debbano restare anche la notte. Però così è stato è stato affermato. Ma con l'introduzione di questo specifico reato ovviamente ci sarebbe una nuova fattispecie di reato, a prescindere”.

Secondo lei, tra gli studenti c'è consapevolezza dei rischi che comporta un'occupazione? 

“Dipende dal ragazzo. Alcuni ne sono consapevoli ma, nonostante ciò, ritengono di dover comunque compiere quell'azione. Altri non ne sono nemmeno consapevoli e lo fanno perché sono magari trascinati, quindi non si rendono bene conto e poi si trovano al centro di situazioni gravi che non avevano previsto".

Le scuole hanno fatto un "aggiornamento" di entrambe le novità, delle norme sulla condotta e del Ddl sicurezza?

“Le scuole stanno ragionando su questo “aggiornamento”, ma per muoversi attendono che arrivino delle indicazioni attuative, soprattutto rispetto al discorso della sospensione con l’obbligo di frequenza scolastica, da convertire in attività di recupero sociale”.

Sulle "semplici" autogestioni, invece, queste regole impatteranno in qualche modo?

“Rispetto alle autogestioni non cambierà nulla, queste continueranno a essere concordate e quindi organizzate. Se, poi, i ragazzi occuperanno allora perderanno la possibilità dell'autogestione. Ma, come detto, le regole sulla condotta non vanno ad impattare su questo discorso”.