UN SORPRENDENTE PERCORSO FRA ARTE E STORIA - 200 opere pittoriche selezionate tra le oltre 2000 conservate nei depositi dell’Istituzione, distribuite in 23 sale, e un totale di 2000 metri quadri di spazi espositivi per raccontare il Sacro nelle sue diverse declinazioni: questi alcuni dei numeri del “nuovo” Museo Diocesano di Brescia. Ubicato nel cinquecentesco complesso monastico francescano di San Giuseppe, nel cuore del centro storico, è stato rinnovato nelle opere esposte e nei locali che le ospitano ed ha un allestimento dalla forte impronta inclusiva e pionieristica nel panorama museale bresciano e nazionale in tema di accessibilità. Il percorso "Tutto ha senso", che sarà via via implementato, è stato studiato infatti per gli utenti con disabilità visiva e uditiva, nell’ottica di favorire pratiche d’accessibilità e partecipazione culturale sempre più trasversale.
UN CILIEGIO SECOLARE PERNO DEL PERCORSO - Il ciliegio secolare al centro del chiostro maggiore, simbolo del Museo e insignito dell’onorificenza di albero monumentale, è il perno ideale attorno al quale si dirama il percorso espositivo composto da opere donate da privati o in deposito dalla Diocesi di Brescia, dalle Parrocchie della provincia e dalle Collezioni Civiche del Comune di Brescia. Pittura su tela e tavola, scultura e codici miniati, icone ortodosse e argenteria, incisione e ago pittura su tessuto: un itinerario attraverso i secoli e la storia dell’arte e delle arti applicate. Il corpus principale della raccolta è costituito da opere di pittura e scultura d'area prevalentemente bresciana e veneta. Vi sono rappresentati autori come Antonio Vivarini, il Moretto, il Romanino, Floriano Ferramola e Andrea Celesti.
DAI DIPINTI AI CODICI MINIATI - L’altro grande nucleo comprende i Codici miniati: antichi manoscritti liturgici (messali e breviari) e musicali (antifonari e graduali) di epoca compresa tra il XII e la metà del XVI secolo, consultabili in versione digitalizzata attraverso totem touch screen posti a fianco dei manoscritti esposti. La Collezione del Museo Diocesano di Brescia vanta inoltre preziose sezioni tematiche di oreficeria e argenteria sacra, icone di tradizione bizantino ortodossa, incisioni e tessuti liturgici. Una sezione è dedicata a Papa Paolo VI: si trovano alcuni oggetti appartenuti al Papa bresciano quand’era in vita - come lo zucchetto, la veste papale o l’anello episcopale - o riproduzioni di essi, come la copia della tiara usata per l'incoronazione e i duplicati bronzei delle medaglie commemorative in oro, una per ogni anno di pontificato.
ICONE ORTODOSSE E CODICI MINIATI - Eccezionale nel panorama italiano è la raccolta di Icone Ortodosse, di cui il museo attualmente espone 67 esemplari, molti dei quali unici, realizzati tra il XVII e il XX secolo. Le immagini documentano le tesi dottrinali dei Vecchi Credenti, ossia i sostenitori dell’antica tradizione culturale ortodossa, e l’evoluzione dell’antica produzione artistica russa che dallo stile debitore della ieraticità bizantina evolve anche in seguito alla Riforma Liturgica seicentesca che richiedeva maggior fedeltà ai modelli originali greci. Andrea Celesti Di grande importanza anche la raccolta dei CODICI MINIATI, tra le più consistenti del nord Italia. Sono esposti 50 antichi manoscritti liturgici (messali e breviari) e musicali (antifonari e graduali) di epoca compresa tra il XII e la metà del XVI secolo, ognuno consultabile in versione digitalizzata attraverso tre totem touch screen a fianco dei manoscritti esposti.
INCLUSIONE: UN FOCUS SULLA DISABILITÀ VISIVA - Non solo osservata. L’arte, al Museo Diocesano di Brescia, può essere toccata, ascoltata, annusata. Il nuovo allestimento contempla infatti la progressiva implementazione del percorso con dispositivi inclusivi per utenti con disabilità visiva. All’ingresso si trova tavolo tattile che guida i visitatori alla scoperta della planimetria del luogo, favorendo l’orientamento nello spazio. I rilievi trasparenti a diversi livelli di profondità delineano la pianta dell’alto, a fianco il modello tridimensionale restituisce la percezione degli alzati. Ogni pannello è dotato di legende in braille ita/eng. Il progetto - che ha visto il coinvolgimento pratico dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti - è frutto dello studio del DICATAM - Dipartimento d’Ingegneria Civile, Architettura, Territorio, Ambiente e di Matematica dell’Università degli Studi di Brescia, con il coordinamento della prof. Ivana Passamani.
OPERE ALLA PORTATA DEI VISITATORI CON DISABILITÀ VISIVA - Il lavoro di rielaborazione sensoriale ha riguardato anche alcuni quadri della Collezione, partendo da quelli con impianto compositivo semplice, come i ritratti, per arrivare a composizioni più complesse. Ne è un esempio "La Madonna col Bambino in gloria", "San Giovanni Evangelista", "Il beato Lorenzo Giustiniani" e l’"Allegoria della Sapienza Divina" (1520 - 1545) del Moretto, di cui è possibile toccare la silhouette dei personaggi e gli oggetti con i quali il quadro nasce, odorare il fico - pianta presente sullo sfondo - e ascoltare l’audio racconto in cui è la voce del pittore a narrare in prima persona la genesi del quadro. Il buio della sala rivestita di velluto blu scuro favorisce l’immedesimazione di tutto il pubblico nella condizione non vedente. Attraverso tre box sensoriali, utilizzando solo il tatto, il visitatore ha la sensazione di essere nella bottega del Maestro cinquecentesco bresciano, toccando i pennelli, la cornice e la tela del quadro, mentre in un totem centrale diviso in spicchi si possono toccare il tessuto dell’abito della Divina sapienza, la tiara e la corteccia del corbezzolo sulla destra del quadro. La tavola tattile con la riproduzione a rilievo del dipinto permette di percorrere la composizione col tatto, mentre attraverso l’olfatto si percepisce l’essenza di fico.
Per maggiori informazioni: www.museodiocesano.brescia.it - www.visitbrescia.it