"TOGETHER - Europa2024" al Parlamento Ue a Strasburgo per seguire la plenaria | Guarda la ventesima puntata
L'approfondimento, realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo, è andato in onda giovedì 24 ottobre. Ospiti dell'appuntamento: Letizia Moratti, eurodeputata di Forza Italia; Pasquale Tridico, europarlamentare del Movimento 5 Stelle; Elisabetta Gualmini, europarlamentare del Partito Democratico, e Nicola Procaccini, europarlamentare di Fratelli d'Italia.
La ventesima e ultima puntata di "TOGETHER - Europa2024", il progetto multimediale di Tgcom24 in collaborazione con il Parlamento europeo, è stata realizzata direttamente nella sede di Strasburgo del Parlamento Ue. Durante l'appuntamento, andato in onda giovedì 24 ottobre, abbiamo parlato di alcuni dei temi all'ordine del giorno della plenaria che si è tenuta dal 21 al 24 ottobre. Lo abbiamo fatto con l'aiuto dei seguenti ospiti: Letizia Moratti, eurodeputata di Forza Italia; Pasquale Tridico, europarlamentare del Movimento 5 Stelle; Elisabetta Gualmini, europarlamentare del Partito Democratico, e Nicola Procaccini, europarlamentare di Fratelli d'Italia.
In occasione della plenaria, Enrico Letta ha presentato il suo report "Much More Than a Market". Qualche settimane fa, Mario Draghi aveva presentato, sempre di fronte all'Europarlamento, il suo rapporto sulla competitività. Ecco come lo hanno commentato Moratti e Tridico.
"L'impianto è da considerare con grandissima attenzione. È sicuramente un progetto ambizioso, perché 800 miliardi all'anno sono il 4-5% del Pil europeo. Forza Italia, che aderisce al Partito popolare, che è il partito di governo dell'Europa, propone diversi strumenti e soluzioni. Quindi sicuramente, per esempio, il mercato unico dei capitali; la messa a fattor comune di strumenti finanziari, tipo i Safe Bond che sono simili agli Eurobond, e la maggiore armonizzazione delle risorse esistenti, indirizzandole verso progetti che siano strategici per gli obiettivi della Commissione, quindi sicuramente una transizione che sia sostenibile, anche economicamente e dal punto di vista dell'occupazione. L'unione di questi tre fattori potrebbe essere il modo col quale non lasciare che il rapporto Draghi rimanga sulla carta ma sia effettivamente implementato", ha commentato Moratti.
"Ecco ciò che di buono vediamo nel rapporto Draghi: la proiezione verso il futuro e verso una maggiore integrazione; la consapevolezza che una governance imbrigliata come quella che abbiamo avuto fino ad adesso è dannosa per il rilancio dell'integrazione europea; il programma di 800 miliardi di euro che ingrandirebbe il budget sul Pil dell'Ue, che oggi è troppo basso; gli investimenti pubblici. Ciò che invece inevitabilmente non possiamo che criticare sono, principalmente, due aspetti: il fatto che si inserisca in una governance esistente che non permette ciò che il rapporto vorrebbe fare e il vuoto sulle politiche sociali", ha sottolineato Tridico.
Durante la puntata si è parlato anche del ruolo dell'Europa negli equilibri della diplomazia mondale. "L'Europa deve essere un attore di peso. Deve essere molto più forte sul profilo della difesa e del versante esterno. Ora è giusto costruire un'Unione della difesa. Ma qual è il problema? Perché l'Europa continua a parlare con le voci dei singoli Stati e non con una voce unica? Perché, dentro, le forze politiche in realtà non vogliono un'Unione europea più forte, più integrata, più credibile nei tavoli esterni. Bisogna decidersi: o si appoggiano disegni nazionalisti, per cui sono sempre gli Stati che provano ad avocare a sé le competenze e ad avere un protagonismo contro l'Ue, oppure si accetta di avere più Europa e quindi un'Europa anche più forte che incida sulle trattative di pace sia in Ucraina sia in Medio Oriente", ha dichiarato Gualmini.
"Credo che l'Europa debba fare la propria parte. Io rappresento il gruppo dei Conservatori europei e il nostro mantra è che l'Unione europea dovrebbe fare meno, ma meglio. Cioè dovrebbe occuparsi di meno cose, ma più importanti. Per esempio, dovrebbe provare a mettere a sistema la difesa dei 27 Stati nazionali, che difendendosi insieme sarebbero più forti, si avrebbe anche una maggiore capacità deterrente. Esattamente il contrario di quello che è avvenuto fino a oggi. Noi vorremmo tornare all'Ue che doveva essere, perché l'Ue non nasce come una sorta di Superstato federalista che cancella le nazioni riducendole a delle entità amministrative, ma come confederazione di Stati nazionali, che si uniscono per fare poche cose insieme, ma importanti. Quelle cose che da soli non riuscirebbero a fare meglio. E la difesa è sicuramente uno di questi casi", ha concluso Procaccini.