Legge di Bilancio 2025

Manovra, le misure per la scuola: più soldi ai prof, ma anche qualche taglio

Confermati i tagli al personale, ma il Ministero prevede che saranno una misura transitoria. Intanto, i contratti degli insegnanti dovrebbero aumentare in termini reali fino al 7% e il bonus per l’aggiornamento professionale sarà esteso ai precari

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Più soldi per gli stipendi degli insegnanti, nel breve come nel lungo periodo. Ma anche maggiori fondi per il “funzionamento” degli istituti, che potrebbe portare a minori spese per le famiglie. E un’estensione della platea della Carta del docente, il bonus dedicato all’aggiornamento e alla formazione dei prof. Sono le “promesse” fatte dal Ministero dell’Istruzione e del Merito con il capitolo della Legge di Bilancio 2025 - che proprio in questi giorni sta iniziando il suo iter di approvazione in Parlamento - dedicato alla scuola.

Le ha volute evidenziare lo stesso MIM, rispondendo alle accuse di ridimensionamento del settore, che si sono levate subito dopo la presentazione della Manovra. Il portale Skuola.net ha riportato i punti principali dello schema ministeriale.

I tagli ci saranno, ma per i docenti previsti ulteriori aumenti di stipendio

Si parte dalla questione più spinosa: il personale scolastico. In tanti hanno sottolineato come, con la Legge di Bilancio per il prossimo anno, si procederà a un taglio sostanzioso degli organici: 5.660 docenti e 2.174 unità tecnico-amministrative. Ma il Ministero, pur confermando che purtroppo sarà così, sottolinea come si tratti “di una misura transitoria di riduzione del turn over che non intacca la dotazione complessiva dell’organico, anche in ragione delle assunzioni che si faranno sul sostegno”. Riservandosi, in un momento successivo, di precisare quanto dureranno i sacrifici.

Ma chi rimane, probabilmente, avrà una boccata di ossigeno. Almeno così assicurano da Viale Trastevere. Già per il contratto collettivo 2022/2024, ricorda la nota ministeriale, si è ottenuto un incremento degli stipendi pari al 6% complessivo, più alto delle previsioni (ferme al 5,78%.) In più, sono già state stanziate le risorse per ulteriori adeguamenti al rialzo: 1.755 milioni di euro per l’anno 2025, a cui si aggiungono 3.550 milioni di euro per il 2026 e 5.550 milioni di euro annui a decorrere dal 2027.

Con questi fondi, secondo le previsioni del MIM, si raggiungeranno, a pieno regime, miglioramenti retributivi al personale della scuola pari al 5,4%. Quota superiore all’inflazione programmata, con degli anticipi già nel 2025. Inoltre, grazie al “taglio” del cuneo fiscale fino a 40 mila euro lordi, tutti i destinatari godranno, a conti fatti, di un aumento stipendiale che potrebbe arrivare al 6/7% in più.

Il nuovo Fondo per la valorizzazione del sistema aiuterà le scuole a essere più "solide"

Anche per gli studenti e per le loro famiglie, però, pare che in arrivo ci siano buone notizie. Con la Manovra, infatti, cresce di 93,4 milioni di euro (a regime) il Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa. Ma sarà, in teoria, soprattutto il nuovo Fondo per la valorizzazione del sistema scolastico a portare con sé le risorse da piazzare su aspetti centrali per l’intero settore. E sarà così suddiviso:

- 25 milioni di euro per il 2025 (e 75 milioni a regime) per concretizzare un piano di stabilizzazione di docenti di sostegno, a far data dall’anno scolastico 2025/26;

- 100 milioni, sempre per l’anno scolastico 2025/26, per finanziare (insieme a 40 milioni di euro già stanziati nella scorsa legge di bilancio) il potenziamento delle figure del docenti tutor e orientatore;

- 111 milioni di euro, da aggiungere al fondo di funzionamento delle istituzioni scolastiche; con questi soldi, in particolare, gli istituti potrebbero allentare la marcatura stretta fatta sui genitori per ricevere il cosiddetto contributo ordinario, avendo dallo Stato più risorse per mandare avanti i progetti didattici.

La Carta del docente sarà riconosciuta anche ai precari 

Tra gli altre questioni affrontate dal capitolo scuola ci sono poi questioni apparentemente secondarie. Ma che stanno generando, ugualmente, dibattito. È il caso, ad esempio, della Carta del docente, il contributo - oggi di 500 euro - da spendere in attività e prodotti per la formazione e l’aggiornamento professionale. Nel testo in discussione in Parlamento si legge che la Carta sarà “fino a 500 euro”. Qualcuno ipotizza un possibile taglio futuro, con una riduzione del bonus entro pochi anni. Ma, anche qui, il Ministero prova a rassicurare con uno stanziamento di 60 milioni di euro sul Fondo dedicato, “in modo da fronteggiare i tagli operati dal Governo Draghi ed estenderla ai precari su posto vacante e disponibile”.

Infine, tra le faccende puramente amministrative, si parla di una spinta - di 2,4 milioni di euro - all’attività dei revisori dei conti nelle scuole. E della partecipazione alle misure di revisione della spesa, previste per tutti i Ministeri, attraverso una riduzione di 40 milioni per tre anni, che però il MIM ci tiene a far sapere che rappresentano “una percentuale di solo lo 0,08% sul bilancio del MIM, e su capitoli già coperti da investimenti del PNRR”.