"Tempo massimo per gli abbracci tre minuti" indicano i cartelli all'aeroporto neozelandese di Dunedin. 180 secondi è il limite imposto per scambiarsi effusioni e salutarsi nell'area dove chi accompagna i passeggeri con un mezzo può salutare i viaggiatori in procinto di decollare. Lo scopo? Evitare gli ingorghi. Da settembre, questa particolare segnaletica è stata collocata all'esterno del terminal delle partenze. Per "addii più affettuosi" c'è il parcheggio dell'aeroporto.
La città di Dunedin conta 135.000 abitanti e si trova nel sud dell'isola. L'amministratore delegato dello scalo, Dan De Bono, ha spiegato all'agenzia Associated Press che questa misura serve per "far sì che le cose si svolgano senza intoppi", un modo edulcorato per dire sostanzialmente di sbrigarsi, come aggiunge lo stesso responsabile. De Bono sottolinea come un abbraccio della durata di venti secondi sia sufficientemente efficace per rilasciare l'ossitocina e la serotonina, ovvero gli ormoni del benessere. Al contrario, un'effusione prolungata sarebbe "davvero imbarazzante".
Al momento non c'è alcuna "polizia degli abbracci" come la chiama De Bono, ma ciò non esclude che potrebbe essere chiesto a passeggeri, amici e familiari di spostarsi nel parcheggio, dove possono salutarsi gratuitamente fino a quindici minuti.
La decisione ha diviso i social che si sono scatenati a colpi di ironia e polemiche: c'è chi da una parte ha accolto con favore il limite agli abbracci e chi dall'altra accusa l'amministrazione di violazione dei diritti umani per i restringimenti sugli scambi di tenerezze.