La scheda

Regionali Liguria 2024, ecco chi sono i candidati presidenti

I liguri chiamati ad eleggere il presidente dopo le dimissioni di Giovanni Toti. Si vota domenica 27 e lunedì 28 ottobre

© Ansa

Gli elettori liguri saranno chiamati a votare il loro nuovo presidente della Giunta regionale e i membri del Consiglio regionale nelle giornate di domenica 27 ottobre dalle 7 alle 23 e lunedì 28 dalle 7 alle 15. Nove sono i candidati alla presidenza. Vince chi ottiene più voti, non è previsto un secondo turno. Ecco una breve presentazione di ciascun candidato.

MARCO BUCCI (Centrodestra)
Classe 1959, nasce a Genova e dal 2017 è sindaco del capoluogo ligure nonché imprenditore e dirigente d'azienda. Ha una laurea in Chimica e Farmacia. Ha vissuto tra Europa e Stati Uniti lavorando come manager. Prima di diventare primo cittadino di Genova era amministratore unico di Liguria Digitale (2015-2017).
È il candidato supportato dal centrodestra. Sette sono le liste che lo sostengono, cinque politiche e due civiche: Alternativa popolare, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lega, Udc, Orgoglio Liguria e Vince Liguria. Bucci ha deciso di affrontare la campagna elettorale nonostante i problemi di salute. Il suo nome compare nelle carte dell'inchiesta sul caso Toti ma non è indagato. Nel 2018 il primo governo Conte lo ha nominato Commissario straordinario per la ricostruzione dopo il crollo del ponte Morandi.

Il suo profilo potrebbe strizzare l'occhio alla parte di elettorato più moderata o indecisa. "Porterò il modello Genova in Regione" ha detto. L'anno scorso è stato nominato Commissario per la costruzione della diga nel capoluogo ligure. Il centrodestra lo sostiene convinto che farà crescere la Liguria. Solo in caso di vittoria Bucci lascerebbe la poltrona di sindaco e la giunta verrebbe guidata dal vicesindaco Pietro Piciocchi fino a nuove elezioni nella primavera 2025.

ANDREA ORLANDO (Centrosinistra)
Nato nel 1969 a La Spezia. È membro della Camera dei deputati. Ex ministro, delegato e tra i fondatori del Partito Democratico. È stato delegato dei dem per cinque mandati consecutivi. Proviene dal Partito comunista italiano. Ha conseguito un diploma scientifico. Non ha concluso gli studi universitari di giurisprudenza per il crescente impegno politico iniziato sin dalla sua gioventù. Nel 1990 è entrato nel Consiglio comunale di La Spezia.

Durante il governo Letta (2013-2014) è stato ministro dell'Ambiente. Ministro della Giustizia dal 2014 al 2018 sia sotto il governo Renzi che Gentiloni e infine ministro del Lavoro e delle politiche sociali durante la presidenza Draghi (2021-2022).

Oltre che dal partito di provenienza è sostenuto da Alleanza verdi sinistra, Movimento 5 stelle e da tre liste civiche: Andrea Orlando presidente, Liguri a testa alta e Patto civico riformista. Il suo slogan è "Fare per bene". Tra i punti cardini della campagna elettorale sanità, sviluppo, ambiente, innovazione e diritti sociali. Per il centrosinistra Orlando è il candidato ideale per rappresentare queste esigenze.

MARIA ANTONIETTA CELLA (Partito popolare del Nord)
Ex sindaca di Santo Stefano d'Aveto per tre mandati, luogo in cui è nata nel 1964. Il percorso nell'amministrazione locale si è concluso nel 2019. È stata consigliera metropolitana per la città di Genova. Oltre ai ruoli istituzionali ha ricoperto anche incarichi manageriali nel settore energetico. L'organizzazione della sanità è tra i punti principali delle sue battaglie politiche, oltre ad ambiente, formazione e servizi. È costante nel suo impegno per la comunità nella ricerca di progetti innovativi per favorire lo sviluppo delle aree montane.

"Entroterra" è la parola che più ricorre negli slogan della candidata, simbolo del suo obiettivo di unire mare e montagne che contraddistinguono la conformazione ligure. Altro elemento tipico è la cosiddetta "politica del fare", ossia molta pratica e poca teoria. È anche l'unica donna in corsa per la carica di presidente della Regione Liguria.

Cella ha il sostegno dell'associazione culturale Autonomia e Libertà e del Partito popolare del Nord, movimento fondato nel 2023 da Roberto Castelli, ex ministro e storico esponente della Lega. Castelli è invece candidato a consigliere regionale

DAVIDE FELICE (Forza del Popolo)
Avvocato nato a Brescia, classe 1987. Non è originario del territorio ligure ma Felice sarebbe orgoglioso di rappresentare tutti i liguri in caso di vittoria. Oltre a essere il più giovane nella rosa dei candidati è anche autore del libro "L’Abc degli amministratori comunali". Ha ricoperto il ruolo di segretario dell'assemblea nazionale dei delegati di Forza del Popolo, partito di recente formazione e con cui corre per le regionali. Inoltre, Felice è docente di scuola di formazione politica del gruppo. Lo slogan del partito è "No euro, no vax, no war".

La sua campagna elettorale verte su migliorare la sanità pubblica (stando lontano dalle privatizzazioni) istruzione e infrastrutture, puntando il dito sulla strage del ponte Morandi e sulle relative mancanze in tema di controlli e prevenzione. Altro tema a cuore di Felice è quello della tradizione e della cultura locale, "da promuovere in ogni sua sfaccettatura in modo da far risaltare anche le sue peculiarità".

MARCO GIUSEPPE FERRANDO (Partito comunista dei lavoratori)
Nato a Genova nel 1954. Per diversi anni ha insegnato storia e filosofia al liceo. È candidato con il Partito comunista dei lavoratori, nonché suo portavoce nazionale dal 2006. Ferrando infatti ha alle spalle una storia di militanza politica nella sinistra rivoluzionaria. La sua candidatura è volta a "recuperare una coerenza di principi e ragioni del mondo del lavoro", come afferma lui stesso.

Il suo programma politico si potrebbe definire anti-capitalistico: punta a una sanità che sia interamente pubblica raddoppiando gli investimenti, vuole difendere i posti di lavoro lottando per un salario minimo e sull'orario lavorativo. Per lui "la società è basata sulla dittatura del profitto".
In tema di infrastrutture, invece, Ferrando rivendica l'opera del risanamento idrogeologico del territorio, nonché la manutenzione delle strutture attualmente esistenti. Ferma l'intenzione di mantenere sotto il controllo pubblico le grandi opere. Le ragioni dei lavoratori restano il punto di partenza delle iniziative politiche di Ferrando.

NICOLA MORRA (Uniti per la Costituzione)
Nasce a Genova nel 1963 ma è cresciuto a Cosenza. Ha completato gli studi universitari in filosofia a Roma seguiti da una specializzazione. Dal 2011 fa parte del gruppo del Movimento 5 stelle nelle cui file viene candidato ed eletto senatore nella XVII legislatura. È stato espulso dal precedente movimento per non aver votato la fiducia all'allora governo Draghi. Dopo la fine della legislatura Morra è stato consigliere comunale di Vado Ligure. L'ex senatore grillino è stato anche presidente della Commissione parlamentare Antimafia dal 2018 al 2022.

Né centrodestra né centrosinistra, infatti per la sua candidatura alla Regione Liguria è sostenuto dalla lista Uniti per la Costituzione il cui slogan è: "Un'altra Liguria non solo è possibile, ma necessaria".

Tra i punti cardine ci sono la sicurezza nelle infrastrutture ad accesso pubblico, mobilità (sostenibilità e sicurezza), ambiente per la messa in sicurezza dei canali di drenaggio, terrazzamenti e canali di irrigazione. Restano fermi gli obiettivi che riguardano le politiche sociali e il turismo della Regione.

NICOLA ROLLANDO (Per alternativa)
Classe 1960. Agricoltore e ambientalista è stato scelto dalla lista di sinistra Per alternativa che ingloba il Partito comunista italiano, Rifondazione comunista e Potere al popolo. Nel 2023 si era candidato come sindaco a Sestri Levante.

Il suo partito sfida sia le destre che il cosiddetto campo largo "oggi più che mai dopo le gravi accuse giudiziarie che hanno spazzato via la Giunta Toti", spiegano. Ambiente, sanità, lavori e servizi sono temi che tornano sia per la coalizione che per gli obiettivi verso la Regione Liguria. La riscoperta dell'entroterra è uno delle colonne portanti del programma.

Rollando è contrario al tunnel Fontanabuona. In caso di elezione potrebbe puntare sul cantautore Max Manfredi come suo assessore alla Cultura. Spinge molto su un tema: quello dei centri sociali liberi e spontanei, punto in netto contrasto con la regolarizzazione avviata dall'attuale sindaco. Il candidato si dice anche in difesa di proletari e territorio.

ALESSANDRO ROSSON (Indipendenza)
Nato nel 1967. È avvocato ed è stato capogruppo della Lega a La Spezia. È candidato con Indipendenza fondato dell'ex An Giovanni Alemanno. Indipendenza si presenta come un'alternativa sia al centrodestra che al centrosinistra. Rosson si definisce anche "un'alternativa sovranista al sistema di potere della sinistra e alla sudditanza del governo Toti". Indipendenza viene da lui stesso definito come una destra sociale e appunto ribadisce l'impronta sovranista. Il motto è "padroni a casa nostra". Sono diversi i temi del suo programma, al primo posto c'è la sanità che deve essere finanziata con investimenti fuori dal patto di stabilità europeo. A seguire la sicurezza del cittadino con blocco dell'immigrazione illegale, il rilancio del porto di Genova e l'investimento nei trasporti. Per il partito che lo candida, Rosson è "garanzia di cambiamento e di rinnovamento".
Stando alle dichiarazioni dell'uomo di punta del partito, si cerca di fare breccia nella parte di elettorato che è scoraggiata dall'andare a votare.

FRANCESCO TOSCANO (Democrazia Sovrana Popolare)
Avvocato e giornalista è nato nel 1979 a Gioia Tauro (Reggio Calabria). Tra il 2015 e il 2016 è stato assessore alla cultura del suo comune. Toscano ha inoltre fondato Visione Tv per cui lavora. È anche autore di libri. È candidato di Democrazia Sovrana Popolare, progetto di Marco Rizzo (ex parlamentare europeo e vicino a Cossutta).

Stando alle parole del candidato, il partito si colloca ben oltre le classiche logiche di destra e sinistra. Toscano lancia un messaggio di cambiamento a partire dalla sanità. "La salute è un diritto di tutti" afferma l'avvocato che vuole riaprire gli ospedali di prossimità. Si parla anche di una "classe dirigente responsabile", oltre che di un nuovo piano per le infrastrutture. La sua idea di Regione vuole conciliare il progresso con la salvaguardia paesaggistica del territorio.

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