INCHIESTA SULLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DEL 2020

Voto di scambio, tre arresti a Poggiomarino (Napoli): anche il sindaco e il vicesindaco

Secondo la Dda, il clan camorristico Giugliano avrebbe promesso l'erogazione di denaro proveniente dall'affidamento di appalti pubblici per condizionare le preferenze di voto alle elezioni del settembre 2020

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Tempesta giudiziaria al Comune di Poggiomarino, in provincia di Napoli. Il sindaco Maurizio Falanga, insieme al vicesindaco Luigi Belcuore e a un imprenditore, è stato arrestato all'alba dai carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata. I militari hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Dda partenopea. Le tre persone arrestate sono ritenute gravemente indiziate di scambio elettorale politico-mafioso, con l'aggravante dell'avvenuta elezione di due di loro.

Su Falanga pesavano da dicembre le accuse fatte dal pentito boss di camorra Rosario Giugliano. Sindaco e vicesindaco sono stati sottoposti ai domiciliari. Il reato ipotizzato è scambio elettorale politico-mafioso. Secondo quanto ricostruito dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, il clan camorristico Giugliano, attivo sul territorio di Poggiomarino, attraverso un suo esponente di spicco e in accordo con gli indagati, avrebbe promesso l'erogazione di denaro proveniente dall'affidamento di appalti pubblici per condizionare le preferenze di voto e far eleggere Falanga sindaco di Poggiomarino alle elezioni del 20 e 21 settembre 2020.

Il ruolo del vicesindaco -

 Anche Belcuore, secondo i carabinieri, venne eletto in quella tornata elettorale grazie alla camorra e ottenne la carica di vice sindaco con delega ai lavori pubblici e al cimitero facendo anche in modo di far confluire alcuni appalti alla ditta di famiglia.

L'inchiesta -

 Secondo quanto emerso dalle indagini il boss Rosario Giugliano (che in questa inchiesta è indagato), controparte nell'accordo politico-mafioso, avrebbe esercitato la sua influenza criminale per orientare le elezioni alla coalizione creata da Carillo mettendo fuori gioco i candidati che potevano disperdere voti o compromettere il risultato concordato della tornata elettorale in cambio di quanto pattuito: l'affidamento di lavori e servizi pubblici e assunzioni.  

Verbali del boss pentito: "Così imponevo il voto a Poggiomarino" -

 "In campagna elettorale mi sono speso in prima persona con imprenditori, cittadini e parenti per imporre il voto a favore di Maurizio Falanga. Ci tengo a precisare che quando io mi muovevo a Poggiomarino a sostegno di un certo candidato era palese che quella persona era in mia rappresentanza e quindi non aveva bisogno di fare uso di minacce per ottenere il voto". A parlare, in un interrogatorio, della vicenda delle elezioni a Poggiomarino e degli accordi presi per condizionarle, è il boss Rosario Giugliano (dal giugno 2023 collaboratore di giustizia). L'interrogatorio risale al 4 ottobre 2023 ed è agli atti dell'inchiesta sul voto di scambio politico-mafioso a Poggiomarino, in occasione della tornata elettorale del 20 e 21 settembre 2020 su cui hanno indagato i carabinieri di Torre Annunziata e la Dda di Napoli.

"Pur non partecipando a riunioni di formazione della Giunta - ha detto ancora Giugliano agli inquirenti - ero costantemente informato di tutto". "Nel corso di uno dei nostri incontri, Belcuore - ha detto ancora il collaboratore di giustizia - mi disse che avrebbe accettato l'incarico di assessore ai lavori pubblici se però gli veniva riconosciuta anche la carica di vicesindaco. Mi spesi per farsi portatore di questa istanza e malgrado le resistenze delle altre forze politiche, passò questa mozione".

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