Dopo la preapertura con "Metropolis" di Francis Ford Coppola, ha preso il via ufficialmente la diciannovesima Festa del Cinema di Roma. È stato presentato il film di apertura, "Berlinguer. La grande ambizione" di Andrea Segre, primo titolo del Concorso Progressive Cinema. Il regista dei pluripremiati "Io sono Li" e "La prima neve" porta sul grande schermo il racconto biografico della vita pubblica e privata di Enrico Berlinguer, dal viaggio a Sofia del 1973, quando sfuggì a un attentato dei servizi segreti bulgari, fino all'assassinio nel 1978 di Aldo Moro e la conseguente drammatica fine della strategia del "compromesso storico". Sul primo red carpet del festival hanno sfilato il regista affiancato dal protagonista del film Elio Germano e dagli altri membri del cast. "Abbiamo aperto una finestra con questo film su cinque anni critici del nostro Paese in cui sono successe cose e che hanno a che fare anche molto con il presente, dialogano con quello che accade oggi", ha raccontato Germano.
Il primo red carpet -
Con il primo red carpet si è aperta ufficialmente la diciannovesima Festa del Cinema di Roma. A dare l'avvio, il film "Berlinguer - La Grande Ambizione" di Andrea Segre, con il cast che ha sfilato sul red carpet, da Elio Germano, il protagonista nei panni del leader del Partito Comunista a Giorgio Tirabassi e Elena Radonicich. Ma sulla prima passerella di questa edizione 2024 della festa si sono visti tra gli altri Luisa Ranieri con Luca Zingaretti, Valeria Puccini, Diodato, Laetitia Casta, Valeria Marini, Diodato, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il leader di Avs Nicola Fratoianni e il presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone.
Il film -
Solo cinque anni, dalla morte di Salvador Allende (1973) a quella di Aldo Moro (1978), per raccontare filologicamente, e senza troppi retroscena, Enrico Berlinguer, segretario del partito comunista più grande in Europa (1,7 milioni di votanti), politico amato e rispettato da tutti, anche dagli stessi avversari, teorico del compromesso storico, padre dell'eurocomunismo, della via democratica al socialismo. A interpretarlo un grandissimo Elio Germano, perfetto nel riportare in vita la figura del politico senza mai strafare. "Ho cercato di non caratterizzarlo troppo, di restituire solo qualche dettaglio di Berlinguer. Quello su cui ho lavorato è la sua particolare prossemica, l'inadeguatezza, la fatica che mostrava il suo corpo, il peso della responsabilità verso gli altri e l'assoluta mancanza di attenzione verso l'esteriorità". Un film che racchiude cinque anni critici della storia d'Italia, dalla strage di Brescia, la legge sul divorzio, l'attentato a Francesco Coco, i servizi segreti, l'omicidio Moro. Segre tiene lontano la retorica e riesce a raccontare questo pezzo di storia del nostro Paese con la nostalgia e la passione di una politica che non esiste più, che non è ambizione del singolo ma è interesse per il bene collettivo. La pellicola è puro cinema didattico, con uno stile documentaristico (caratteristica artistica dei film di Segre), arricchito da materiali d’archivio, e una regia asciutta e rigorosa. Caratteristiche stesse di Berlinguer uomo e politico.
"E' stato un lavoro molto serio di ricerca e restituzione. Non è stato un film in cui il regista ha dato una interpretazione dei fatti ma abbiamo cercato di restituire quello che è accaduto in quegli anni nel paese e in quel partito che era il più grande partito operaio d'Europa con migliaia di iscritti, una enorme forza popolare che raccoglieva più di un terzo dei votanti" ha raccontato Elio Germano. "Tante persone in quegli anni dedicavano la propria vita al bene comune, non era inculcato l'idea del carrierismo nella politica. E' un film che cerca di aprire una finestra su quegli anni. Ascoltando i suoi discorsi si possono imparare tante cose - spiega - una di queste è che attorno a lui c'erano tante persone e ognuna di queste poteva essere il segretario. Persone animate dal contributo che volevano dare alla nostra società e sentirli parlare è stato emozionante".
Festa del Cinema di Roma, il programma -
Sono quattro gli italiani tra i diciotto film del Concorso Progressive Cinema: "Berlinguer. La grande ambizione", "L'albero" di Sara Petraglia con Tecla Insoli e Carlotta Gamba, "L`isola degli idealisti" di Elisabetta Sgarbi con Tommaso Ragno da un romanzo di Giorgio Scerbanenco e "Paradiso in vendita" di Luca Barbareschi con Bruno Todeschini e Donatella Finocchiaro. Da segnalare, fra gli altri film in concorso, "Leggere Lolita a Teheran" dell`israeliano da Eran Riklis, il giapponese "Spirit world" con Catherine Deneuve, "The Trainer" di Tony Kane con Vito Schnabel, "Le choix" di Gilles Bourdos che verrà presentato a Roma dal protagonista Vincent Lindon.
Le opere italiane abbondano soprattutto nella sezione "Grand Public": da Luca Zingaretti che presenterà la sua prima regia, "La casa degli sguardi", a Michele Placido che porterà il suo "Eterno visionario" con Fabrizio Bentivoglio e Valeria Bruni Tedeschi, da Gabriele Muccino con "Fino alla fine" a Claudio Giovannesi con "Hey Joe", interpretato da James Franco. Nella stessa sezione, rivolta soprattutto agli spettatori, ci saranno anche Mauro Mancini con "Mani nude", con Alessandro Gassmann, "The return" di Uberto Pasolini con Juliette Binoche e Ralph Fiennes, "Storia di una notte" di Paolo Costella con Giuseppe Battiston e Anna Foglietta, "Il treno dei bambini" di Cristina Comencini con Barbara Ronchi e Serena Rossi, "U.S. Palmese" dei fratelli Manetti con Rocco Papaleo.
Sempre nella sezione Grand Public arriveranno anche "Conclave" di Edward Berger con Ralph Fiennes e Stanley Tucci, "Libre" di Mélanie Laurent e "La pie voleuse" di Robert Guédiguian con Ariane Ascaride. Nella sezione non competitiva "Free Style" verranno presentate le grandi serie, a partire da "L'amica geniale. La storia della bambina perduta" di Laura Bispuri, con Alba Rohrwacher, Irene Maiorino, Fabrizio Gifuni. Molto attese anche "Avetrana - Qui non è Hollywood" di Pippo Mezzapesa con Vanessa Scalera, "Il conte di Montecristo" di Bille August con Sam Claflin e Jeremy Irons, "Miss Fallaci" di Luca Ribuoli con Miriam Leone, "Vita da Carlo", la terza stagione della serie con Carlo Verdone. Da segnalare nella sezione "Proiezioni speciali", il documentario di Ruggero Gabbai su Liliana Segre, "Liliana".
La Festa quest'anno è dedicata a Marcello Mastroianni, di cui ricorre il centenario della nascita. A ricordarlo verrà la figlia Chiara, che terrà una Masterclass il 21 ottobre.