Giulia, mi piacerebbe partire da te, quindi te lo chiedo subito: come ti definiresti e perché?
Sono una donna positiva e solare: caratteristiche del mio carattere, queste, che mi hanno permesso nella vita di superare momenti difficili e di godere a pieno dei successi. Sono la mia vera forza insieme all’empatia.
La determinazione è sempre stata un tuo tratto distintivo.
A primo impatto può non sembrare, proprio per via del mio carattere, sempre sorridente e molto ironico, che nasconde però una volontà molto forte nel raggiungere gli obiettivi sia personali, che professionali. Non sono un carro armato, perché davanti a tutto c’è il rispetto di chi mi circonda; mi piace dire che so affrontare “le montagne russe” che la vita mi ha presentato assecondando le curve, ma non perdendo mai l’obiettivo di arrivo.
Com’è nato l’interesse per marketing e comunicazione?
Quasi per caso. Il mio percorso scolastico mi ha portato a studiare le lingue straniere, dal momento che sognavo di fare l’hostess o la guida turistica per unire lavoro e passione personale, ma alla mia prima esperienza lavorativa nel settore dell’arredamento e design ho scoperto il mondo della comunicazione, ancora prima in inglese e tedesco che in italiano, e da lì è iniziato lo studio e poi l’apprendimento direttamente sul campo. Mi occupavo, tra l’altro, di tutte le relazioni con i designer stranieri e della comunicazione legata ai lanci di prodotto: un’opportunità per vivere le contaminazioni di più culture e di ampliare la visione su un settore che, negli anni ‘80-‘90, era al culmine dell’economia italiana.
Il tuo percorso di carriera ti ha portato ai vertici di Cofidis: mi racconti com’è andata?
Con il nuovo millennio ho sentito la necessità di dare una svolta alla mia vita professionale, avevo bisogno di una scossa, di nuovi stimoli. Un vero salto senza paracadute, dal mondo artistico del design a quello razionale e formale della finanza, nello specifico del credito al consumo. Posso dirti che non me ne sono mai pentita, anche se all’inizio è stata molto dura, non solo per l’ambiente nuovo in un settore a me quasi sconosciuto, ma per di più in un’azienda francese, idioma ufficiale di tutti i meeting e dei documenti annessi. Una curiosità: non avevo mai inserito il francese tra le mie lingue di studio, lo capivo grazie alla predisposizione naturale che ho, ma non lo parlavo. Quindi, oltre a dover imparare nuove metodiche di lavoro, logiche di marketing e comunicazione, frequentavo un corso serale full immersion di francese per entrare prima possibile in linea con i miei colleghi e superiori. Ammetto che la mia determinazione e il non mollare mai sono stati la mia arma in più perché, oggi lo posso dire, dopo un mese ho pensato di mollare, perché credevo di non farcela. Era una Cofidis diversa da quella che è attualmente: eravamo poco più di una cinquantina di dipendenti, oggi sfioriamo i 400, ma proprio l’opportunità di crescere insieme alla società è stato un viaggio davvero formativo, che mi ha permesso di conoscere l’azienda a 360 gradi, avere ruoli differenti anche in posizioni strategiche e di essere oggi un punto di riferimento per le nuove risorse.
Essere donna e manager: a volte non è facile.
Non lo è ancora oggi, anche se fortunatamente le tendenze si stanno invertendo, e ti assicuro che non lo era affatto fino almeno a un decennio fa. Alcuni settori vedono una prevalenza di quote maschili, soprattutto nei ruoli chiave, ancora predominante; è difficile scardinare alcuni dogmi, non è retorica, ma la realtà del contesto italiano. Bilanciare vita familiare e carriera professionale – lo dico per esperienza – non è stato semplice e a qualcosa ho dovuto rinunciare, fosse anche la recita scolastica delle figlie per quella riunione importante. Ho lavorato molto su me stessa per evitare che i sensi di colpa potessero far implodere la struttura di vita che mi ero costruita. Oggi per fortuna le nuove generazioni, sebbene non in tutti i contesti, hanno l’opportunità di poter usufruire di un worklife balance migliore e più modulare. Le aziende hanno iniziato percorsi di integrazione delle “quota rosa” anche in posizioni manageriali, quindi essere donna e manager non dico sia più semplice, ma sicuramente offre maggiori occasioni.
Qual è il segreto del successo di Cofidis?
Sicuramente quello di essere una società finanziaria in continua evoluzione, sempre alla ricerca dell’innovazione, sia nei processi che nei prodotti, con una forte attenzione al fattore umano. Cofidis nasce proponendo i suoi prodotti a distanza, prima telefonicamente o tramite campagne di direct marketing, oggi in modalità 100% digitale, con un’unica sede a Milano. Per questo, da sempre, ha lavorato molto sull’attenzione al cliente ed ai Partner, sulla customer experience ma questa attitudine la ritroviamo ogni giorno anche nella considerazione per i collaboratori. Da anni Cofidis è certificata “Great Place to Work” e questo è motivo di orgoglio per tutti.
Progetti e programmi per il futuro?
Tantissimi, sia personali che professionali. Ho ancora tanta energia e voglia di sperimentare nuove situazioni, di mettermi alla prova con qualcosa di non conosciuto. In campo lavorativo, sono in un ambiente dove sicuramente gli stimoli e le sfide non mancano. A breve verrà presentato alla nostra Capogruppo il piano strategico che ci porterà al 2028: io voglio esserci e dare il mio contributo per arrivare a quegli obiettivi dichiarati. Sono molto coinvolta a livello personale in attività di solidarietà, in particolare verso gli anziani. Mi è sembrata una conseguenza logica dare la mia disponibilità anche alle attività di CSR che Cofidis sta realizzando e pianificando per i prossimi anni, credo che questo debba diventare un impegno e un dovere sociale per tutti.
Un tuo suggerimento per le ragazze che si affacciano al mondo del lavoro.
Siate orgogliose di quello che siete, ponetevi degli obiettivi e superate le difficoltà per raggiungerli. Ci saranno sicuramente degli ostacoli, analizzateli e troverete una soluzione per superarli, se necessario lasciatevi aiutare perché l’esperienza degli altri diventerà la vostra nel futuro. Siate però flessibili: a volte la strada non è sempre dritta, ci sono anche le curve che rallentano il percorso, ma possono essere un’opportunità per riflettere.
Qualcosa a cui non puoi assolutamente rinunciare…
Concludo con leggerezza: il calcio! Sono una super tifosa abbonata da anni, che fa a volte cose incredibili pur di non perdere un match della sua squadra del cuore.