A Bacoli

Napoli, bomba nell'auto di un finanziere: ex moglie arrestata come mandante

L'uomo scampò per miracolo all'aggressione, riuscendo a uscire dal finestrino e a mettersi in salvo. Nei confronti dei due presunti complici il gip ha disposto gli arresti domiciliari

È stata sottoposta alla custodia cautelare in carcere, la 39enne ex moglie dell'ufficiale della Guardia di Finanza vittima di un attentato lo scorso 21 marzo 2023 a Bacoli, in provincia di Napoli. Secondo quanto ricostruito dalle indagini coordinate dalla Procura di Napoli e condivise dal giudice del tribunale partenopeo, la donna sarebbe la mandante del tentato omicidio dell'ex marito e si sarebbe avvalsa dell'aiuto di due persone, un 46enne e il 32enne genero di quest'ultimo, per la preparazione dell'ordigno esploso sotto l'auto dell'ufficiale.

Nei confronti dei due complici il gip ha disposto gli arresti domiciliari. La 39enne avrebbe agito con premeditazione contro il padre di suo figlio al fine di risolvere le controversie derivanti dalla loro separazione. Tra i due ex coniugi erano in corso screzi legati in particolare agli incontri dell'uomo con il loro figlio, all'epoca dei fatti di circa 2 anni. I due si erano anche denunciati a vicenda.

Il 21 marzo 2023 l'ufficiale della Guardia di Finanza stava tornando dal lavoro nella sua casa in località Bellavista, a Bacoli. Al momento dell'esplosione era da solo a bordo dell'auto. Nonostante la violenta deflagrazione, il finanziere è miracolosamente rimasto illeso, riuscendo a uscire dall'abitacolo attraverso il finestrino anteriore destro, mentre l'auto avvolta dalle fiamme è rimasta distrutta completamente in pochi minuti, nonostante l'intervento di una pattuglia dei Vigili del Fuoco. La forza dirompente e la natura micidiale dell'ordigno è stata evidenziata dal ritrovamento, da parte degli Artificieri del Comando provinciale dei Carabinieri di Napoli, di un frammento di lamiera del peso di circa 633 grammi a una distanza di circa 65 metri dalla vettura. Il frammento era riconducibile al vano della ruota di scorta, verosimilmente a contatto o vicino al punto in cui è stato collocato l'ordigno, strappato via dall'esplosione e proiettato a notevole distanza. L'onda d'urto generata dall'esplosione ha provocato ingenti danni a tutto ciò che era nelle vicinanze, distruggendo il lunotto e i cristalli delle portiere e del tetto. Poi l'incendio generatosi immediatamente dopo l'esplosione ha distrutto tutto l'interno del veicolo.