A 2500 METRI DI PROFONDITA'

Oceano Pacifico, scoperto un nuovo ecosistema nei fondali

A individuare per la prima volta vermi giganti e molluschi alcuni robot sottomarini. I ricercatori: "È necessario proteggere questi ambienti unici"

© Istockphoto

Vermi giganti e molluschi finora sconosciuti: sono alcune delle incredibili creature scoperte per la prima volta nel sottosuolo delle sorgenti idrotermali dell'Oceano Pacifico, a 2500 metri di profondità. La scoperta fatta da una spedizione oceanografica dell'Istituto americano Schimdt e pubblicata sulla rivista Nature Communications è destinata a cambiare quanto conosciamo di questi straordinari ecosistemi degli abissi ancora in larga parte sconosciuti che dovrebbero essere protetti.

Si tratta di ambienti unici che potrebbero essere state le culle delle prime forme di vita del nostro pianeta e che varie missioni in questi anni hanno aiutato a conoscere meglio, ma solo nella parte più superficiale. 

Le scoperte -

 Sfruttando ora i robot sottomarini usati per studiare da vicino fonti di acqua molto calda che si trovano 2500 sotto la superficie del mare e il vascello Falkor i ricercatori sono riusciti per la prima volta a studiare quel che esiste sotto la superficie delle sorgenti idrotermali. Così, hanno scoperto la presenza di molti animali, come i cosiddetti vermi tubo giganti e varie tipologie di lumache. Un mondo finora sconosciuto che dimostra la grande complessità di questi ecosistemi di cui neppure conosciamo ancora l'estensione.

"È la prima volta che riusciamo a vedere sotto la superficie delle sorgenti idrotermali e abbiamo scoperto che alcuni animali sono in grado di viverci", ha detto Sabine Gollner, dell'Istituto Reale Nederlandese.  "Credo che già questo di per sé sia sconvolgente", ha aggiunto.

"È una scoperta che davvero cambierà il nostro sguardo sulle sorgenti idrotermali", ha detto Monika Bright dell'Università di Vienna, spiegando il valore di questo "unico viaggio negli abissi" 

Protezione necessaria di questi ambienti -

 In questi ultimi anni, grazie a una serie di progressi tecnologici, le attività di estrazione mineraria si sta interessando sempre più dei fondali oceanici e per questo, sottolineano i ricercatori, è sempre più urgente adottare misure per proteggere questi ambienti unici che rischiamo di perdere prima ancora di conoscerli. 

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