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L'Unifil e i 10mila soldati Onu,1.200 gli italiani: storia e obiettivi della missione

Istituita nel 1978 per supervisionare il ritiro israeliano dal Libano meridionale. Partecipano militari di 50 Stati e il nostro è il secondo contributore in termini di impiego di personale

© -afp

La missione Unifil (United nations interim force in Lebanon) dei caschi blu in Libano è nata nel 1978. Dopo quasi trent'anni, in seguito del conflitto israelo-libanese del 2006, fu approvata una nuova risoluzione Onu, la 1701, che dispone, fra le altre cose, una nuova forza di interposizione. L'operazione di pace italiana definita "Leonte", che è stata avviata subito dopo il cessate il fuoco diciotto anni fa, rispecchia quindi i termini della risoluzione e prevede innanzitutto di monitorare la cessazione delle ostilità tra Libano e Israele.

Oltre 1.200 soldati italiani -

 L'Italia è alla guida del settore ovest, dove operano oltre 3.600 uomini di diciassette dei quasi cinquanta Paesi che partecipano alla missione e sono complessivamente diecimila militari Unifil. Ai quali vanno aggiunti più di 800 membri del personale civile. Il contributo italiano supera le milleduecento unità - il nostro è il secondo Paese contributore in termini di impiego di personale militare - e la task force è al momento su base brigata Sassari guidata dal generale Stefano Messina che, integrando lo sforzo di numerose altre componenti specialistiche delle nostre forze armate, dallo scorso agosto ha preso il posto degli alpini della Taurinense. I nostri militari sono impegnati con 374 mezzi terrestri e 6 mezzi aerei. All'interno del comando di Unifil ci sono assetti dell'Arma dei carabinieri e la componente elicotteristica della nostra aviazione dell'Esercito, inquadrata in una task force specialistica, assicura attività di pattugliamento, sorveglianza, ricerca, soccorso e trasporto aereo a favore dell'intera missione.

I compiti dei soldati italiani -

 Il nostro contingente svolge diverse attività operative, principalmente mirate al controllo del territorio, tra cui i pattugliamenti condotti lungo la cosiddetta "blue line", ossia la linea di demarcazione tra Libano e Israele. Questo impegno si inquadra nelle iniziative Onu dell''International support group for Lebanon', che ha l'obiettivo di supportare la stabilità e la sicurezza del Libano. L'attenzione è data in particolare all'aiuto dei rifugiati, all'economia della nazione e alle sue forze armate. L'Italia ha anche avviato delle attività nel settore della formazione del personale militare libanese, con una missione bilaterale (Mibil), per implementare programmi di formazione e addestramento delle forze di sicurezza libanesi e costituire un centro di addestramento nel Sud del Paese. 

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