"Passerò il resto della mia vita in prigione e morirò qui", scriveva Alexey Navalny due anni prima di morire in un carcere russo a febbraio, secondo i primi estratti pubblicati delle memorie postume dell'oppositore numero uno di Vladimir Putin. "Non ci sarà nessuno a cui dire addio (...) Tutti i compleanni saranno festeggiati senza di me. Non rivedrò mai i miei nipoti. Non sarò oggetto di alcuna storia familiare. Non sarò in nessuna foto", scriveva il 22 marzo 2022 sul diario dal carcere i cui estratti sono stati pubblicati venerdì e sabato dalla rivista The New Yorker e dal Times di Londra, prima della pubblicazione in tutto il mondo il 22 ottobre.
Il libro, intitolato Patriot, sarà "il mio memoriale", scriveva Navalny mentre scontava una pena detentiva di 19 anni per "estremismo" in una colonia penale artica, dove era stato trasferito al rientro in Russia dopo l'avvelenamento. "L'unica cosa che dovremmo temere è abbandonare la nostra patria al saccheggio di un gruppo di bugiardi, ladri e ipocriti", scriveva il 17 gennaio 2022. E poi descriveva una giornata tipo: sveglia alle 6, colazione alle 6:20 e inizio del lavoro alle 6:40. "Al lavoro, stai seduto per sette ore davanti alla macchina da cucire, su uno sgabello più basso dell'altezza del ginocchio. Dopo il lavoro continui a sederti per qualche ora su una panca di legno sotto un ritratto di Putin. Questa è quella che chiamiamo 'attività disciplinare'".
Nelle memorie Navalny raccontava anche di uno sciopero della fame dell'aprile 2021, nel corso del quale aveva perso un chilo ogni giorno. La porta della cucina della prigione, dove vengono cucinati il pollo e il pane, è "lasciata deliberatamente aperta" in modo che l'odore lo raggiunga. Rispondendo alla domanda sul perché è tornato in Russia? Navalny scriveva: "Non voglio abbandonare il mio Paese né tradirlo. Se le tue convinzioni sono significative, devi essere pronto a difenderle e a fare sacrifici se necessario". E poi scherza amaramente: "Se mi uccidono, la mia famiglia riceverà l'anticipo e le royalties. Se un oscuro tentativo di omicidio con un'arma chimica, seguito da una tragica morte in prigione, non può vendere un libro, è difficile immaginare cosa potrebbe farlo. L'autore del libro è stato assassinato da un famigerato presidente. Cosa potrebbe chiedere di più il reparto marketing?".