Un anno fa, il 7 ottobre 2023, l'improvviso attacco di Hamas al territorio di Israele: il bilancio del massacro è di quasi 1200 morti e circa 250 ostaggi. Tra le persone rapite nel corso del festival musicale "Supernova" c'era anche Moran Stella Yanai, che in esclusiva a "Quarta Repubblica" ha ricordato la vicenda e raccontato i suoi 54 giorni di prigionia.
Il rapimento di Moran -
L'israeliana Moran Stella Yanai ha raccontato di essere arrivata al Festival musicale "Supernova" la mattina di venerdì 6 ottobre, un giorno prima del terribile attacco. La ragazza aveva uno stand di gioielli all'evento e spiega: "Alle 6:29 hanno iniziato a lanciare i razzi, ma solo alle 8 meno 5 sono stata informata che dovevamo scappare". "Abbiamo provato a usare la macchina - prosegue Yanai - ma dopo 5 ore la polizia ci ha intimato di scendere e di cominciare a correre". Nella confusione Moran è stata presa e fermata da alcuni terroristi per tre volte: nelle prime due occasioni è riuscita a convincerli a lasciarla andare, mentre nella terza è stata catturata. "Erano in 13. Mi hanno picchiata violentemente, rotto la gamba e portata a Gaza. È stato il peggiore incubo che potesse capitarmi", ha precisato.
Il periodo in ostaggio -
Nel corso dei 54 giorni in cui Moran Stella è stata ostaggio di Hamas, è stata spostata in 7 luoghi differenti. La paura era una costante e l'unico attimo in cui si è sentita sollevata è stato quando le hanno ingessato la gamba rotta: "Ho capito che, almeno per il momento, non avevano intenzione di uccidermi", ha spiegato la ragazza. Per il resto del tempo Yanai ha raccontato che i militari di Hamas minacciavano gli ostaggi, esercitando una forte pressione psicologica: "Un giorno ho pianto e sono stata punita per questo. Ci era vietato mostrare qualunque tipo di emozione".
Il tentativo di conversione -
Oltre alle violenze fisiche e psicologiche, i militari di Hamas cercavano costantemente di convertire gli ostaggi all'Islam. "Ogni giorno un terrorista entrava nella mia stanza, mi leggeva i passi del Corano e mi diceva che se mi fossi convertita avrei avuto un trattamento migliore e magari mi avrebbero trasferita. Avevo il terrore di essere venduta", ha raccontato Moran Stella Yanai.
Prima della liberazione -
C'è stato un momento in cui Moran ha pensato di mollare tutto. La forte pressione psicologica e le condizioni in cui era tenuta assieme agli altri ostaggi l'hanno fatta esplodere in una serie di lamenti e domande. Per il suo sfogo è stata punita dai suoi rapitori, ma il gesto le ha dato la forza di continuare a sperare: "In quel momento ho capito che non dovevo mollare. Volevo tornare a casa, avevo una famiglia che mi aspettava e questo mi ha tenuto in vita più di ogni altra cosa", ha concluso la ragazza.