Tanta paura ma, per fortuna, nessuna grave conseguenza. Al liceo Elio Vittorini di Napoli, nel quartiere Arenella, un power bank è esploso in classe provocando l'intossicazione di 7 alunni. Il dispositivo si trovava nello zaino di uno studente. Dopo il boato improvviso si sarebbero sprigionate le fiamme, i cui fumi avrebbero invaso l'aula provocando l'intossicazione dei ragazzi.
Cosa è successo -
Due degli studenti sono stati portati al pronto soccorso per ulteriori accertamenti. La preside avrebbe subito allertato il 118 e l'aula sarebbe stata immediatamente sgomebrata. I carabinieri avrebbero sequestrato ciò che resta dello zaino incendiato e del dispositivo che al momento dell'esplosione stava caricando un tablet.
"Non posso vietare i power bank dei cellulari agli studenti. Non possiamo prendere provvedimenti in questo senso. Non possiamo dire ai ragazzi ‘non portate i power bank negli zaini'. Ma che possano essere pericolosi è una cosa che tutta la scolaresca dovrebbe sapere. Purtroppo, è un pericolo che si può correre, come può accadere anche per le batterie dei cellulari, oltre con i power bank" sono le parole, riportate da Fanpage, della preside dell’istituto, Donatella Mascagna.
I rischi dei power bank -
L'utilizzo frequente degli smartphone e di altri dispositivi “costringe” gli utenti ad acquistare un caricabatterie portatile al fine di garantire sufficiente elettricità. Contenendo batterie al litio, proprio come altri device tencnologici di uso comune, i power bank non sono esenti dal rischio, benché minimo, di esplosioni o incendi. Questi sono causati per lo più causato da vari fattori come surriscaldamento, cortocircuiti, sovraccarico, danni fisici o difetti di fabbrica. Durante il processo di carica, la batteria produce calore che, se non viene dissipato adeguatamente, può causare l’espansione dei materiali interni e potenzialmente un’esplosione.