Lea Pericoli è stata una campionessa assoluta, sul campo da tennis e nella vita. A Milano, in questo lunedì 7 ottobre, l'ultimo saluto alla Divina, soprannome che le diede Gianni Clerici per la sua innata eleganza. Nota anche per i suoi look da gioco, inno alla grazia e alla bellezza, è stata tanto altro. Grande l'impegno sociale: è stata la prima testimonial per la lotta contro il cancro, che aveva battuto due volte.
Lea Pericoli: la signora del tennis italiano -
Nata a Milano il 22 marzo del 1935, Lea Pericoli aveva scoperto il tennis ad Addis Abeba, in Etiopia, dove si era trasferita con sua mamma Jole per seguire il padre Filippo, in Africa per lavoro. Tornata in Italia, è diventata la numero uno nel tennis femminile, primato che ha tenuto per quattordici anni, portandolo fuori dal cono d'ombra in cui era relegato rispetto a quello maschile. Ha raggiunto per quattro volte gli ottavi al Roland Garros e tre volte sull’erba di Wimbledon, vincendo per ben ventisette volte il titolo ai Campionati italiani. Si è ritirata dopo vent'anni di carriera, a 40 anni, iniziando una seconda, sempre brillante carriera, in ambito giornalistico come commentatrice sportiva, in seguito radiocronista e telecronista. Altri suoi grandi amori sono stati il golf e la moda. In prima fila alle sfilate, "la moda non va seguita - diceva -, ma governata".
Lea Pericoli e i suoi look rivoluzionari - A renderla un idolo hanno contribuito anche le sue mise in campo, "i miei vestitini", diceva. Lamé e tulle, gonnelline in piume di struzzo, visone, petali di fiori, pantaloncini coperti di brillantini. Quelli disegnati dallo stilista inglese Ted Tinling sono entrati nella storia del costume e sono esposti al Victoria and Albert Museum di Londra. "Il sarto più in voga dell’epoca, che per me confezionò (con intelligenza) cose arditissime - ha raccontato in un'intervista -. Papà, che era un uomo coraggioso ma molto severo, s’incavolò di brutto: Lea, scostumata, adesso vai a lavorare! Il primo anno a Wimbledon, era il '55, venivano tutti in processione a vedere le mie mutande di pizzo. La Federazione italiana minacciò di squalificarmi".
© IPA|Lea Pericoli 24enne a Wimbledon con un abito del designer inglese Teddy Tinling (Credit Image: © Keystone Press Agency/ZUMA Press Wire)
© IPA|Lea Pericoli nel 1955
© IPA|Lea Pericoli a Londra nel 1970 (Credit Image: © Keystone Press Agency/ZUMA Press Wire)
© IPA|Lea Pericoli nel 1964 (Credit Image: © Keystone Press Agency/ZUMA Press Wire)
© IPA|Lea Pericoli a Wimbledon nel 1961 con Nicola Pietrangeli, suo grandissimo amico
© IPA|Lea Pericoli a Roma nel 2010 per la conferenza stampa di presentazione di "Race for the cure", maratona per la lotta ai tumori del seno
© IPA|Lea Pericoli con Gianni Versace (Credit image: ©fotostore)
© IPA|Lea Pericoli nel 1986
© IPA|Milano, ATP Champions Tour, "La grande sfida": Lea Pericoli al Forum, nel 2014
© IPA|Ancora uno scatto di Lea Pericoli
© IPA|Ancora uno scatto di Lea Pericoli
© IPA|Ancora uno scatto di Lea Pericoli
© IPA|Lea Pericoli 24enne a Wimbledon con un abito del designer inglese Teddy Tinling (Credit Image: © Keystone Press Agency/ZUMA Press Wire)
© IPA|Lea Pericoli nel 1955
© IPA|Lea Pericoli a Londra nel 1970 (Credit Image: © Keystone Press Agency/ZUMA Press Wire)
© IPA|Lea Pericoli nel 1964 (Credit Image: © Keystone Press Agency/ZUMA Press Wire)
© IPA|Lea Pericoli a Wimbledon nel 1961 con Nicola Pietrangeli, suo grandissimo amico
© IPA|Lea Pericoli a Roma nel 2010 per la conferenza stampa di presentazione di "Race for the cure", maratona per la lotta ai tumori del seno
© IPA|Lea Pericoli con Gianni Versace (Credit image: ©fotostore)
© IPA|Lea Pericoli nel 1986
© IPA|Milano, ATP Champions Tour, "La grande sfida": Lea Pericoli al Forum, nel 2014
© IPA|Ancora uno scatto di Lea Pericoli
© IPA|Ancora uno scatto di Lea Pericoli
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