E' stata nella sera del 4 ottobre, 24 ore prima di morire, l'ultima apparizione in pubblico di Sammy Basso. L'attivista 28enne affetto da progeria ha ritirato a Venezia, nel corso di una cerimonia che si è tenuta alle 17.30 alla Scuola Grande di San Rocco, il Premio Paolo Rizzi per il giornalismo, giunto alla XIV edizione e istituito nel 2010 per ricordare la storica firma de Il Gazzettino. Con Sammy Basso, al quale il riconoscimento è andato per la sezione Società (per "la forza di volontà, lo spirito di sacrificio, il coraggio che lo sostengono: un grandissimo esempio a cui guardare con ammirazione e gratitudine e cercare d'imitare"), insigniti anche il giornalista Federico Fubini (Giornalismo) e la scrittrice Melania Mazzucco (Arte e Cultura). L'attivista 28enne scomparso nella notte del 5 ottobre, è stato immortalato con l'assessore comunale Michele Zuin che ha diffuso sui social la foto dell'evento.
L'ultima foto pubblica -
Proprio Michele Zuin, assessore al Bilancio e Società Partecipate del Comune di Venezia, dando l'annuncio della scomparsa del biologo nato a Schio nel 1995, ricorda: "Ci eravamo incontrati venerdì sera alla consegna a Sammy del premio “Paolo Rizzi”. Una persona eccezionale, piena di vita nonostante la sua malattia Ci spiegava che lui da ricercatore era impegnato a studiare questa terribile malattia che è la progeria… non tanto per sé ma per tutti coloro che ne sono affetti".
L'ultimo messaggio ai giovani -
"Si può non essere perfetti, non serve essere perfetti per fare qualcosa. L'importante è fare, e non è mai troppo tardi per fare qualcosa". E' una delle frasi pronunciate da Sammy Basso durante una delle sue ultime interviste, ai microfoni di Rai3 Veneto, in occasione di un incontro pubblico con i giovani dei licei di Mestre.
"La scuola è il banco di prova - diceva Sammy - perché sei ancora un po' nel nido, ma sei anche nel mondo. Ci sono delle ingiustizie a scuola, ma insegnano a crescere". Poi il concetto di tempo: "Ai ragazzi d'oggi - aggiungeva - è negato proprio il tempo di capire cosa vogliono fare, questa idea di performance che deve sempre essere al massimo, non si dà il giusto valore al fallimento".
Con la solita modestia, Basso concludeva: "Non sono un esempio, ma se qualcosa i ragazzi possono imparare da me è che si può sbagliare, che si può non essere perfetti, non serve essere perfetti per fare qualcosa. A volte le persone vorrebbero fare, ma pensano di essere troppo 'vecchi' per fare le cose. Alla fine cos'è l'età ? Non c'è nemmeno un corrispettivo biologico dell'età. Cos'è ? Basta fare".