LA RECENSIONE

Casa Papanice, un libro per salvare un gioiello dell’architettura

Opera simbolo del genio di Paolo Portoghesi, set di molti film, oggi è sede dell’ambasciata di Giordania. L’edificio vive una situazione di scarsa cura e il nipote del suo primo proprietario ne racconta la storia per cercare di riportare l’edificio al suo antico splendore

"Ogni casa ha tante porte, ogni porta aperta racconta una storia, ogni storia appartiene a una vita.Questo libro racconta la storia di una delle dimore più iconiche del nostro tempo, gioiello del patrimonio architettonico artistico e culturale italiano".

Così Edmondo Papanice, esperto in geopolitica e relazioni internazionali vincitore di premi in ambito sociale e culturale, illustra il suo libro Casa Papanice, edito da Amazon, in cui si ripercorre la sua storia e quella della famosa casa romana, progettata nel 1967 dall'architetto Paolo Portoghesi e dall'ingegner Vittorio Gigliotti, appartenuta a suo nonno, Pasquale Papanice, uno dei primi imprenditori di Taranto degli anni '60.

Storie che si intrecciano con fatti e accadimenti: come ad esempio l'incontro avvenuto per caso a Roma durante la costruzione dell'edificio tra il padre di Edmondo Papanice e il monsignore libanese Edmond Farhat che poi divenne uno dei più importanti diplomatici della Santa Sede. Un'amicizia che porterà al capovolgimento delle sorti dell'autore. Aneddoti e testimonianze legate al cinema come quella della visita inaspettata del regista Federico Fellini che chiese a suo nonno il permesso di poterla ammirare.

 E poi alcuni giornali giapponesi dell'epoca intitolavano: "Dopo la Dolce Vita, Roma fa sognare ancora una volta con Casa Papanice". Fellini, vista la casa, decretò che uno degli ambienti racchiudeva addirittura l'essenza del suo cinema. Altri ricordi rimandano al set del film di Ettore Scola Dramma della gelosia tutti i particolari in cronaca, con Marcello Mastroianni e la grande Monica Vitti che la definì il futuro di Roma, un omaggio alla natura e alla musica. Anche il regista Sergio Martino volle la casa per il suo film giallo Lo strano vizio della signora Wardh, con una straordinaria Edwige Fenech nel ruolo della proprietaria dello stabile, pellicola successivamente omaggiata dal regista Quentin Tarantino in Kill Bill 2.

Grazie alla settima arte l'edificio beneficiò subito di una fama internazionale e dopo cinquant'anni è stato riscoperto con la personale battaglia culturale intrapresa dallo stesso Edmondo Papanice per il ripristino dell'architettura originaria.