Medioriente, Tajani: "Accresciuto il rischio di un conflitto regionale su larga scala" | Crosetto: "Se necessario, estrarremo i militari italiani dal Libano"
Il vicepremier: "Il governo non ha intenzione di richiamare i nostri soldati dal Libano". Il ministro della Difesa: "Lavoriamo a una soluzione diplomatica, è l'unica via possibile"
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani è intervenuto sulla guerra in Medioriente in audizione alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, affermando che "l'apertura del fronte libanese e l'intervento diretto dell'Iran hanno inevitabilmente accresciuto il rischio di un conflitto regionale su larga scala". L'escalation delle ultime ore "ci spinge ancora di più a lavorare per la pace e per il dialogo. C'è ancora la possibilità di scongiurare una guerra che coinvolga l'intero Medioriente. Facciamo appello alla responsabilità di tutti gli attori regionali", ha dichiarato il ministro degli Esteri. Guido Crosetto ha invece rimarcato che "la Difesa, qualora necessario, è in grado di condurre operazioni di estrazione dei nostri connazionali in Libano, anche in modo autonomo" e che "la sicurezza dei nostri militari è la nostra principale priorità". Tajani ha poi precisato che "non c'è alcuna decisione del governo italiano di ritirare il contingente italiano dall'Unifil".
Tajani: "Nessuna intenzione di ritirare i soldati italiani dal Libano" -
Tajani ha poi precisato che le parole del collega Crosetto non indicano l'intenzione da parte del governo di ritirare il contingente italiano stanziato in Libano per conto di Unifil. Quanto a un eventuale piano di evacuazione dei cittadini italiani presenti nel Paese mediorientale, "sarebbe sciocco con una guerra in corso non avere pronto un piano, ma non c'è stata nessuna richiesta al momento".
"Lavoriamo ad aumento voli charter dal Libano" -
"Siamo pronti ad assumere ogni iniziativa per garantire la sicurezza dei nostri connazionali. Ho da tempo invitato tutti i cittadini italiani a lasciare il Libano con i voli commerciali disponibili. Stiamo lavorando per venire incontro alle loro richieste attraverso un aumento dei collegamenti, inclusi voli charter e altre modalità, che stiamo esaminando insieme al ministero della Difesa", ha detto ancora Tajani, ricordando che "sono circa 3.200 i connazionali che si trovano attualmente in Libano, in gran parte doppi cittadini".
"Mantenere un canale di dialogo con l'Iran" -
"Non abbiamo mai nascosto le nostre preoccupazioni per la postura regionale di Teheran, che ha un effetto destabilizzante in un contesto già molto precario, come purtroppo dimostrato martedì sera dall'attacco contro Israele. Riteniamo tuttavia che, ancor più in questo momento, sia importante mantenere un canale di dialogo con l'Iran", ha evidenziato il ministro degli Esteri.
"Evitare che a civili in Libano succeda come a Gaza" -
"L'invito che continuiamo a inviare a tutti, Israele compreso, è quello di lavorare per una de-escalation ed evitare un conflitto che provochi ancora vittime soprattutto tra la popolazione civile. E nel colloquio che ho avuto col ministro israeliano Katz ho insistito non solo sulla tutela dei nostri militari, ma anche sulla necessità di evitare che si ripeta quello che è successo a Gaza con la popolazione libanese. Dobbiamo evitare che ci siano ancora troppe vittime innocenti", ha proseguito Tajani.
Crosetto: "Escalation in atto, la soluzione diplomatica è l'unica via" -
In Medioriente è "in atto una pericolosa e tragica escalation" caratterizzata dal "superamento progressivo di diverse linee rosse", ha sottolineato il ministro della Difesa Guido Crosetto. "Lavoriamo su una soluzione diplomatica che, seppure difficile, è l'unica possibile", ha continuato il ministro della Difesa. "È molto complesso fare previsioni attendibili".
"Serve una rapida e incisiva azione dell'Onu" -
"Abbiamo segnalato la necessità di una incisiva e rapida azione Onu perché Unifil (Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite, ndr) eserciti una reale deterrenza all'uso della forza, contemplando la possibilità di operare anche autonomamente anche senza le forze libanesi". "La presenza dei soldati dell'Onu - ha continuato il ministro - è l'unico elemento fondamentale per prevenire uno scontro diretto". Il titolare della Difesa ha sottolineato che l'Italia ha "avviato una serie di contatti in accordo con Tajani con Guterres per sollecitare l'adozione di tutte le misure necessarie per la piena sicurezza del personale Unifil e l'operatività della missione che era l'unico modo per evitare quello a cui siamo arrivati".
"Pronti a estrarre gli italiani da Libano" -
"La Difesa è pronta a fare la sua parte e qualora necessario è in grado di condurre operazioni di estrazione dei nostri connazionali in Libano, anche in modo autonomo. Sono stati già preallertati assetti navali e aerei e il loro livello di prontezza è stato innalzato e adeguato", ha dichiarato ancora il ministro della Difesa. "Il livello di rischio per i nostri militari non è aumentato - ha aggiunto - perché non sono obiettivo di attacchi diretti. Ma la situazione è molto difficile e preoccupante per la possibilità di incidenti non voluti che non possono essere esclusi." "Se il primo compito dei militari è garantire la libertà - ha detto ancora Crosetto - il compito di chi guida le forze armate è garantire la sicurezza dei nostri militari. Siamo in contatto per monitorare ora dopo ora quello che succede lungo la blue line. La sicurezza dei nostri militari è la nostra principale priorità".