L’EVENTO PIÙ ATTESO

Valentino di Alessandro Michele: com’è andata la sfilata a Parigi

La bellezza come rimedio all’angoscia. In passerella un omaggio all’archivio della maison rivisitato alla maniera dello stilista

© IPA

Alessandro Michele è tornato. A Parigi ha sfilato la prima collezione designata per Valentino, l’evento più atteso della Fashion Week. Atmosfere oniriche e sognanti: grande entusiasmo degli addetti al settore per il nuovo corso della maison, ora sotto la guida dello stilista romano, ex direttore creativo Gucci, dopo l’addio di Pierpaolo Piccioli.

Valentino secondo Alessandro Michele -

 Un ri-debutto da superstar quello andato in scena al Pavillon des Folies nel corso di questa settimana della moda di Parigi, dedicata alle collezioni per la prossima primavera estate. La passerella è un pavimento di specchi rotti, che si snoda tra sedute e suppellettili ricoperti da drappi bianchi. Una sorta di spazio inabitato dove il tempo è sospeso e tutto evoca un senso di frammentazione, per invitare a riflettere sulla percezione della realtà.  Un’ambientazione onirica a fare da scenario e cornice a un omaggio all’archivio della maison ma alla maniera di Alessandro Michele: dal fondatore al nuovo costruttore. 

Bluse romantiche e abiti ad A, fiocchi e volant, pois, collant e guanti di pizzo, gorgiere fatte di rouches, occhiali, cinturine, foulard indossati come copricapi. Una moda di rievocazioni anni Sessanta e Settanta, accenni bohémien, romanticismo, atmosfere oniriche e fiabesche. Una collezione ricca, forse più vicina al mondo della haute couture più che al prêt-à-porter, per raccontare il senso della bellezza. "La bellezza può costituire un rimedio all'angoscia che si genera di fronte alla natura caduca e indeterminata del nostro destino - si legge in alcuni passaggi delle note in sala -. Tutt'altro che fugace e inconsistente, è infatti in grado di produrre conforto e di accoglierci in un abbraccio che conserva il calore dei corpi. La sua è una funzione riparatrice: culla la fragilità e cicatrizza il disordine del reale”.