Federica, partiamo da te: che bambina sei stata?
Sono stata una bambina tranquilla e intraprendente, ma se mi confronto rispetto a come lo sono i miei figli ora sono molto più calma e condiscendente.
Quando e come è nata la passione per la comunicazione?
Dopo il liceo classico, volevo iscrivermi alla facoltà di Pubbliche Relazioni, ma forse ho avuto paura di trasferirmi a Milano e ho optato per Scienze Politiche con indirizzo internazionale a Padova. Dopo la laurea sono entrata nell’ufficio comunicazione di Aprilia; da li è stato amore a prima vista e ho capito che quella era la mia predisposizione.
Come sei approdata al mondo delle due ruote?
Dopo la laurea, appunto, ho iniziato a lavorare in Aprilia che era a pochi chilometri da casa, tanto che ci andavo in bicicletta. Un ambiente che ho adorato e da li è nata la mia rete di contatti e di amicizie: in questo ambiente, infatti, ho stretto tantissime relazioni vere e di amicizia e, proprio grazie anche questo mondo, anche se in modo indiretto, ho incontrato mio marito! Lui non lavora in questo settore, ma l’ho conosciuto comunque attraverso la mia attività, quindi posso essere doppiamente grata.
Una manager donna in un settore considerato prettamente maschile: difficile?
Difficile se si vuole imitare gli uomini ed esasperare alcuni atteggiamenti accentuando aggressività e durezza. Più facile se si cerca di rimanere se stesse, portando un tocco femminile e di sensibilità in un mondo prettamente maschile. Io ho cercato di metterci il cuore e la spontaneità e ritengo che negli anni la mia cifra stilistica sia stata notata e apprezzata.
Dainese è un’azienda leader nel settore dell’abbigliamento e accessori per motociclisti: qual è il segreto del vostro successo?
Il successo di Dainese è il marchio: bello, potente che ti si cuce addosso, un po' come le tute. Dainese mette qualità in tutto quello che fa. I capi sono belli, i materiali eccellenti e poi c’è’ la sicurezza. Tutti noi in Dainese abbiamo la sicurezza dentro. La sensibilità e l’ossessione per la sicurezza danno un valore aggiunto a tutto quello che facciamo. E poi Dainese è un marchio che permette di spaziare: non facciamo solo moto, sci, bici, ma grazie all’arte del fare, all’artigianalità di Dainese e alla conoscenza del corpo umano e di come possiamo adattare il tessuto alle esigenze dell’uomo, abbiamo il privilegio di collaborare con tantissimi mondi differenti. Dalle tute spaziali per Esa e Nasa, dai gilet protettivi per i team di America’s Cup, alle collaborazioni con il fashion, con il settore musicale e quello del lifestyle. Il Gruppo Dainese ha in portafoglio, inoltre, i marchi AGV, TCX e Momo Design. Categorie di prodotto diverse per applicazioni e declinazioni differenti. Gli stimoli non mancano, ogni tanto gira la testa data la quantità di cose che affrontiamo, ma è sicuramente interessante.
Prossimi obiettivi/traguardi?
Dainese non si ferma mai, sta presentando un gilet con airbag (Smart Air) bellissimo e leggerissimo che protegge come sette paraschiena davanti e dietro e che consente tre attivazioni. Un nuovo casco touring con un touch sportivo. E poi quest’anno rappresenterà una pietra miliare della carriera safety di Dainese perché verrà annunciata l’obbligatorietà dell’airbag nelle competizioni sci. Un’altra aerea in cui Dainese è stata pioniera trasferendo know how e competenze sviluppate nel mondo racing moto alle competizioni sci.
Lavoro e famiglia, non è sempre così facile.
In effetti, questo è l’aspetto più difficile. La società italiana non è ancora strutturata per supportare le mamme lavoratrici e il gioco di incastri per riuscire a far funzionare tutto è complesso e faticoso. Il mondo scuola, il calendario scolastico e le attività per i bambini e ragazzi sono rimasti invariati rispetto a quando c’era un altro tipo di società e famiglia. Le mamme lavoravano meno, c’era un network di nonni, zii, vicini. Ora è tutto cambiato, ma il welfare a supporto delle famiglie non si è adattato di conseguenza.
Qualcosa su di te per i nostri lettori.
Mi piace viaggiare e quando, dopo la laurea, mi sono trasferita dal Veneto a Roma per lavoro ho viaggiato tanto, anche seguendo il motorsport. Mi piace stringere contatti e relazioni e creare sinergie pure con settori e realtà differenti dal mio. Rimpiango di avere poco tempo per me stessa, visto quello che mi rimane dopo la gestione del lavoro e della famiglia e dei miei due bambini, Milla, dieci anni, e Orlando, di sette. Amo molto leggere.
Un suggerimento alle ragazze che intendono fare carriera in ambito aziendale?
Consiglio di scegliere un settore e un ambiente che piace senza piegarsi a troppi compromessi. Il lavoro perfetto non esiste, ma se uno sente dentro di sé il desiderio di cambiare, è giusto assecondarlo. Il lavoro è una parte troppo importante e impattante della nostra vita quindi, compatibilmente con le situazioni, bisogna cercare il ”vestito giusto" quello che calza a pennello.